25 aprile, Nardella: "Immedesimiamoci con chi ha vissuto quei giorni" / FOTO

Le celebrazioni in città

25 aprile, le celebrazioni in città (foto NewPressPhoto)

25 aprile, le celebrazioni in città (foto NewPressPhoto)

Firenze, 25 aprile 2018 - Cerimonie, oggi 25 aprile, a Firenze per ricordare il 73° anniversario della Liberazione. Le celebrazioni in città, medaglia d'oro della Resistenza, sono iniziate alle 10 in piazza Santa Croce, dove è stata deposta una corona di alloro ai Caduti di tutte le guerre alla presenza delle autorità civili, militari e religiose con i gonfaloni del Comune di Firenze, della Regione Toscana e della Città metropolitana di Firenze, la bandiera del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale del Corpo Volontari della Libertà e i labari delle associazioni dei partigiani.

A seguire le preghiere di suffragio e un corteo che ha raggiunto piazza della Signoria, dove sull'Arengario di Palazzo Vecchio si è tenuta la cerimonia ufficiale con l'intervento del sindaco Dario Nardella e l'orazione ufficiale della vicepresidente nazionale dell'Anpi Vania Bagni. Nel corso della cerimonia al partigiano Antonio Crepaldi, che partecipò alla Liberazione di Firenze e attualmente è residente a Pavia, è stata consegnata una pergamena e il 'Giglio della Liberazione'. Il sindaco Dario Nardella ha detto che «è doveroso per tutti noi provare a fare uno sforzo di immedesimazione con chi ha vissuto in quei giorni la lotta di Liberazione. La festa della liberazione è infatti, prima di tutto, una festa di memoria: serve a ricordare che solo 73 anni fa non c'era libertà, non c'erano i diritti fondamentali, non c'era la democrazia e che, grazie a molte persone coraggiose, siamo riusciti a riconquistarle. Non c'è futuro senza memoria, nessun popolo può avere un futuro senza una sua memoria». Nardella ha ricordato il celebre messaggio alla radio di Sandro Pertini e ha ringraziato l'Anpi per le sue attività nelle scuole e nelle istituzioni.

IL CARDINALE BETORI - «La liberazione è il destino del cuore dell'uomo, è cammino di ogni giorno per l'Europa e per il nostro Paese, bisognosi di un supplemento di umanità, è impegno storico del popolo fiorentino, per mantener viva la radice umanistica della sua 'Libertas'». Lo ha detto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, in occasione delle celebrazioni del25 aprile in piazza Santa Croce. La festa della Liberazione, ha aggiunto, «ci chiede di non dimenticare» e «il fare memoria chiede a ciascuno di noi, oggi, di compiere un passo in avanti: questa festa si traduca in un impegno politico, sociale e culturale quotidiano». «Proprio quando tutto sembrava crollare - ha anche detto Betori -, il popolo italiano, dalla precarietà in cui si trovava, ha scoperto che la via migliore per il raggiungimento della libertà era l'unità, raccogliendo il meglio che poteva scaturire dalle diverse appartenenze partitiche, religiose, sociali e culturali. Il popolo fiorentino ha trovato in sé e nella sua storia la forza di ricominciare, non solo individualmente, ma insieme nell'unità: un solo Paese, una sola vita. Ed è stato proprio questo coraggio ad aver preservato la nostra città dalla distruzione».

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