Mostre: Tomás Saraceno, il futuro è scritto nella tela dei ragni

A Palazzo Strozzi, l'esposizione dell'artista argentino che lancia un appello in favore dell'ambiente. «Stiamo assistendo a una grave crisi ecologica. Ma è possibile immaginare un’era diversa, l’Aerocene,con una nuova ecologia del comportamento»

Saraceno

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Firenze, 23 febbraio 2020 - Dall’uomo al centro del mondo, all’uomo parte dell’universo, dove i protagonisti sono tanti e diversi. E dove è sempre più urgente ricostruire una nuova armonia tra esseri viventi. Tomás Saraceno prende il Rinascimento e lo ribalta. Cambia i punti di vista sulla realtà e costruisce percorsi dove arte, etica e scienza creano nuove connessioni col pianeta su cui viviamo.

L’artista argentino, 47 anni e uno dei più visionari artisti contemporanei, sbarca a Palazzo Strozzi di Firenze con la mostra dal titolo "Aria" (fino al 19 luglio), portandosi dietro i suoi collaboratori prediletti: i ragni. Creature che per Saraceno diventano paradigma di un modo diverso di percepire il mondo che ci circonda, partendo da una domanda solo apparentemente paradossale: sono i ragni che abitano a casa nostra o siamo noi che viviamo nella loro? Ed ecco che di sala in sala scopriamo ragnatele come opere d’arte, il cosmo come geometrie, vibrazioni e suoni, mappe di connessioni neurali del cervello che diventano sculture poliedriche sospese, modellate sulla forma di bolle di sapone.

Punto di partenza della mostra è l’installazione site specific nel cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi, Thermodynamic Constellation (Costellazione termodinamica) composta da tre grandi sfere specchianti sospese, capaci di “volare” grazie alla sola energia del sole. «Stiamo assistendo a un’importante crisi ecologica, la Sesta estinzione di massa – spiega l’artista – in cui invertebrati come aracnidi e insetti stanno scomparendo molto velocemente, con conseguenze importanti sia per l’ambiente che per i singoli ecosistemi. Ciò che sta tra noi e il Sole è controllato da pochi ed è sempre più compromesso. Tuttavia è possibile immaginare un’era diversa, l’Aerocene, caratterizzata da una sensibilità proiettata verso una nuova ecologia del comportamento».

Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi e curatore della mostra, ha lasciato che Saraceno costruisse le sue teche con polvere, ragnatele e piante trasformate in vere e proprie sculture: «L’arte di Tomás Saraceno ci fa riflettere su problemi e sfide caratteristici della nostra era – spiega – divenuti sempre più urgenti, come l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la sostenibilità, il superamento di barriere geografiche e sociali». 

«La ricerca di Saraceno fa interagire in maniera innovativa espressione artistica con filosofia, biologia, ecologia e ingegneria – aggiunge il presidente della Fondazione Palazzo Strozzi, Giuseppe Morbidelli – attraverso un meditato approccio interdisciplinare». Ispirandosi al ragno e alle sue tele, l’esposizione si snoda intorno alla serie delle Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia), trentatré carte pensate dall’artista che diventano metafore dei legami tra tutto ciò che esiste in natura, vivente e non vivente.  

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