FRANCESCO CARRASSI
Firenze

Adesso basta con il lassismo

Il commento

Firenze, 12 giugno 2018 - Ora davvero si è superato ogni limite. Il raid nella città che ha seminato morte, feriti, paure e danni è il frutto di un lassismo, di quel lasciar fare che ad un certo punto fa scoppiare il caso, solo la punta di un iceberg che ha la forza di farci fermare, di farci riflettere su che cosa abbiamo sbagliato, che cosa abbiamo permesso che non dovevamo permettere. Ma, attenzione, qui non ci sono da stracciare le vesti. Si tratta di prendere coscienza e consapevolezza che non possiamo diventare, all’improvviso, una città in balia di chi è ospitato, o meglio tollerato. Di chi applica la sua “cultura”, in questo caso quella dei rom, il suo modo di pensare e di agire come se nulla fosse, intollerante nei confronti degli altri. Persino ribelle alle stesse forze dell’ordine. La battaglia tra clan avversi, anzi, da come si è visto, nemici giurati, è l’epilono tragico di una faida tutta nutrita e consumata all’interno di una esistenza parallela a quella della città e, come detto, una esistenza ai limiti troppo a lungo più che ignorata, tollerata. Sì, è il lassismo rispetto ad un modo di vivere che non ci appartiene. Poi si arriva all’irragionevole, al paradosso di chi pretende di fare in casa nostra quello che gli pare. 

Vivono qui e non mandano i figli a scuola. Vivono qui in condizioni igieniche precarie e pretendono di essere rispettati nel loro modo di vivere. Vivono qui rimanendo con prepotenza un corpo estraneo alla comunità, alla città. Che, poi, improvvisamente, trasformano in un campo di battaglia a loro piacimento con una furia e un odio ciechi che si fa fatica a bloccare. E lasciano sul terreno del loro scontro un giovane ammazzato che ha avuto la solo la dannata sfortuna di trovarsi sulla loro strada e diversi feriti. Di fronte a questo non si può fare melina, lanciare qualche anatema, e poi far finta di niente. Non c’è peraltro bisogno di imparare una lezione. Chi vuole vivere tra di noi, in casa nostra, deve adattarsi a noi e non viceversa. Chi non lo fa deve cambiare comunità, andare a stare tra i suoi simili. Sia benvenuto chi viene per lavorare, per mandare i figli a scuola, per imparare la nostra lingua e per osservare le nostre leggi. Troveranno tutta l’accoglienza e la disponibilità opportune e necessarie. Per gli altri, per chi vuol fare e continuare a fare come gli pare, e oltretutto a imporre le loro impostazioni e vessazioni, non ci dovrà essere più posto. Come si dice: abbiamo già dato e fin troppo. L’unica parola chiara che si addice a questo lassismo è: basta.

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