Don Giulio, don Corso e padre Ernesto. La domenica del ricordo

Stamani alle 11 la messa alla Badia Fiesolana nel centenario di Balducci. Alle 15,30 in Palazzo Vecchio incontro sulle due anime della Madonnina del Grappa: Facibeni e Guicciardini

Don Corso Guicciardini

Don Corso Guicciardini

Firenze, 12 giugno 2022 - Una domenica densa di significato per la chiesa fiorentina che ricorda in due distinti momenti tre figure imponenti del cattolicesimo del '900: padre Ernesto Balducci, don Giulio Facibeni e don Corso Guicciardini. Il primo appuntamento è alle 11 alla Badia Fiesolana con la messa in memoria dello scolopio celebrata da padre Sergio Sereni e da don Andrea Bigalli,  a cento anni dalla sua nascita e a trenta dalla sua scomparsa. L'altro è invece nel pomeriggio nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, dove saranno ricordati don Giulio Facibeni e don Corso Guicciardini, le due anime della Madonnina del Grappa, la storica struttura religiosa con sede in via delle Panche accanto alla chiesa di Santo Stefano in Pane. All'incontro, fissato alle 15,30, interverranno il sindaco Dario Nardella, l’arcivescovo Giuseppe Betori, l’assessora comunale al welfare Sara Funaro, il presidente della Madonnina del Grappa e cappellano di Sollicciano don Vincenzo Russo, il garante nazionale dei detenuti Mario Palma e l’ex detenuto e scrittore Carmelo Musumeci.

Don Facibeni, presbitero e antifascista, è stato il fondatore dell’Opera della Divina Provvidenza della Madonnina del Grappa, è annoverato tra i giusti tra le nazioni per la sua opera a favore degli ebrei a Firenze durante l'Olocausto. Per la Chiesa cattolica ha il titolo di venerabile. Arrivato nel 1919 alla Pieve di Rifredi, don Facibeni comincia a entrare in contatto con i molti orfani di guerra e a promuovere iniziative in loro favore. Di fronte alle difficoltà incontrate nel trovare loro degna sistemazione, nel 1923 matura la sua vocazione e pone la prima pietra della Madonnina del Grappa, inaugurata ufficialmente il 4 novembre 1924. I dodici orfani ospitati al momento dell'inaugurazione diventano 100 solo quattro anni dopo, e sono 350 nel 1939.

Suo successore è stato don Corso Guicciardini, scomparso di Covid il 5 novembre 2020. Proveniva da una famiglia nobile, ma proprio come San Francesco si spogliò dei suoi averi per abbracciare la Chiesa. Parroco per sedici anni di San Giovanni Evangelista, a Empoli, è tornato nuovamente a Firenze nel 2006 per guidare la Madonnina. Da allora ha trasformato la missione della Madonnina in base alle nuove fragilità avviando una lunga stagione di apostolato nel penitenziario di Sollicciano insieme al cappellano Vincenzo Russo, attuale presidente dell’Opera. Nel corso del pomeriggio sarà presentato il libro “Lo squarcio nel nulla che appare”, scritto da don Russo, proprio sulle figure di don Giulio Facibeni e don Corso Guicciardini, sul loro legame umano e spirituale e su quella che è stata la loro missione umanitaria all’interno della Madonnina del Grappa.

Oltre all'omaggio a don Giulio e a don Corso, nell'agenda del cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, c'è un altro importante appuntamento. Giovedì mattina in Cattedrale, nella solennità del Corpus Domini, parlerà al clero riunito in assemblea, per fare il punto dell'azione pastorale prima del naturale rallentamento estivo e comunicare trasferimenti e nomine diocesano. Un momento molto atteso, così come la liturgia delle 20,30, sempre in Duomo, e la successiva processione attorno al perimetro della basilica, dopo due anni di stop causa pandemia.