Alceste, la forza della riforma

L'opera di Gluck al Teatro del Maggio in un'edizione impreziosita dalla regia di Pier Luigi Pizzi

Una scena di Alceste (foto concessa dall'ufficio stampa Teatro del Maggio)

Una scena di Alceste (foto concessa dall'ufficio stampa Teatro del Maggio)

Firenze, 21 marzo 2018 - Alla fine i festeggiamenti sono andati in buona parte a lui. Sia quelli del pubblico, sia dei protagonisti della rappresentazione. Pier Luigi Pizzi, 87 anni, è salito infatti sul palco con l'entusiasmo di un ragazzo alla fine della prima rappresentazione di Alceste di Christoph Willibald Gluck al Teatro del Maggio. Un allestimento coprodotto con la Fenice di Venezia, con la direzione di Federico Maria Sardelli di Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Pizzi ha confermato il suo amore per le geometrie con scene essenziali ma raffinate descrivedo così la città e la reggia di Fera in Tessaglia dove si svolge l'azione. 

Alceste, su libretto in italiano del poeta livornese Ranieri de’ Calzabigi, andò in scena il 26 dicembre del 1767 a Vienna. L’opera, il cui soggetto è tratto dalla tragedia Alcesti di Euripide, racconta il sacrificio della protagonista per salvare il marito, sovrano di Fera, dalla morte imminente. Il lavoro  può essere ritenuto il manifesto della riforma del teatro musicale iniziata con il precedente Orfeo ed Euridice: un’opera rivoluzionaria per quei tempi che poneva nuovamente la musica e l’intreccio al centro, contro gli ornamenti e i virtuosismi, che – a detta dello stesso Gluck - «rendevano ridicolo e seccante quello che era il più splendido degli spettacoli».

La lettura di Sardelli si è mossa su questa linea, nel rispetto della musica e sorreggendo al meglio il lavoro dei cantanti. A partire dal mezzosoprano Nino Surguladze, calata pienamente nel ruolo di Alceste, dando prova di eccellenza vocale e drammatica con il tenore Leonardo Cortellazzi in quello del consorte  Admeto ottimo nel secondo atto. Citiamo anche Manuel Amati (Evandro), Roberta Mameli (Ismene) e le due voci bianche Pietro Beccheroni e Costanza Mottola (Eumelio e Aspasia). Per gli interessati sono previste altre tre repliche (info www.operadifirenze.it)

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