Viti, e adesso non chiamatelo predestinato

Il primo regalo dopo l’esordio in A glielo ha fatto il procuratore Casciani: un paio di tappi per le orecchie per non ascoltare gli elogi

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Dalle parti di Monteboro, e non da ieri, lo hanno già ribattezzato il "nuovo Rugani". Eppure chi conosce bene Mattia Viti giura che il centrale classe 2002 sia destinato a percorrere molta più strada del giocatore che, tra il 2013 e il 2015, ha fatto impazzire il Castellani. Sarà forse per questo che uno dei primi regali che il difensore ha ricevuto al rientro dalla vittoriosa trasferta a Cagliari dell’Empoli (in cui ha debuttato in Serie A) è stato un simbolico paio di tappi per le orecchie. Della serie: occhio ragazzo, da oggi le sirene suoneranno ed è bene restare sul pezzo.

A recapitargliele è stato il suo agente, Daniele Casciani, colui che segue Viti da quando aveva 15 anni e che ha ammirato passo dopo passo i progressi di un ragazzo col carattere da uomo che sta facendo parlare di sé tutta Italia. Chissà se babbo Simone e mamma Daniela, quando lo scandiccese Mattia giocava nel Ponte a Greve a quattro anni, si sarebbero mai aspettati che un giorno il loro secondogenito sarebbe arrivato a calcare i campi del calcio che conta. Viti, in cuor suo, ci ha sempre sperato. Anzi forse lo ha sempre saputo, visto che già da ragazzo (fin da quando nel 2010 si è trasferito ad Empoli, dove da poco ha reso casa da solo) ha iniziato a studiare quelli che ancora oggi sono i suoi modelli: Maldini e Sergio Ramos. La folgorazione per Andrea Innocenti, per oltre dieci stagioni capo scouting del vivaio azzurro e scopritore di Mattia, fu immediata: impossibile - pensò - non vedere la stoffa in quel bambino di otto anni dal mancino così elegante. Detto fatto: nonostante l’interessamento della Fiorentina, la scelta ricadde su Empoli. Da quel momento la crescita di Viti è stata in ascesa, con la consacrazione arrivata nella Primavera di Buscè.

I sombreri al limite dell’area sono diventati da allora pane quotidiano per Viti che poco più che maggiorenne ha fatto l’esordio in B salvando il risultato sulla linea dopo appena 2’ dal suo ingresso contro la Reggiana: "Mi toccherà portare le paste" raccontò Mattia, che in quello stadio - il Mapei - ci avrebbe anche potuto giocare dato che uno dei nomi che Dionisi aveva fatto dopo il suo approdo al Sassuolo era stato proprio quello del centrale, blindato però per tempo dall’Empoli con il rinnovo fino al 2025. Un traguardo che, come al solito, il giocatore ha preferito non festeggiare, a conferma della sua grande riservatezza (per lui la vera passione extra-campo non sono i social ma la play). Finita qui? Nemmeno per sogno: il meglio, Viti, è già pronto a farlo rivedere.

Andrea Giannattasio