Quanto Empoli nelle prime della classe La scuola del Castellani porta lontano

Da Spalletti e Sarri ai loro collaboratori scoperti dalla società del presidente Corsi fino ai tanti ex giocatori diventati punti fermi nelle big

di Tommaso Carmignani

Leggendo la classifica, in quel di Monteboro potrebbero perfino alzare il telefono e chiedere un pezzo di scudetto o di Champions. Perché la stagione 2022-’23 ha consentito di spezzare la cosiddetta egemonia degli squadroni del Nord e il risultato è stato ottenuto anche e soprattutto... grazie all’Empoli. Sì, c’è davvero tanto azzurro negli staff di Napoli e Lazio: professionisti cresciuti all’ombra del Castellani e diventati grandi grazie all’esperienza. Basti pensare a Luciano Spalletti: 25 anni fa muoveva i primi passi da allenatore insieme a un giovanissimo Fabrizio Corsi. Oggi è il tecnico campione d’Italia, in una squadra – il Napoli – che ormai da anni attinge dal serbatoio Empoli. Spalletti ci ha messo un po’ a conquistare quello scudetto che già in passato gli era sfuggito per poco, ma lo ha fatto con uno staff che ha davvero tanto azzurro al suo interno. Marco Domenichini e Daniele Baldini sono due suoi fedelissimi dall’alba dei tempi. Quest’ultimo era il suo capitano quando la formazione azzurra degli Esposito e dei Cappellini, dei Pane e dei Bianconi conquistava il doppio salto dalla C1 alla A.

Ma non sono i soli: la squadra che lo ha accompagnato alla vittoria del campionato vede anche e soprattutto la presenza di Ciccio Calzona e Francesco Sinatti. Il primo era il ‘tattico’ di Maurizio Sarri, l’uomo con cui l’allenatore valdarnese ha costruito il miracolo Empoli (e che lo aiutava soprattutto nel preparare la fase difensiva, altro punto di forza di questo Napoli). Sinatti, invece, è uno dei migliori preparatori atletici in circolazione, ma anche lui, manco a dirlo, è stata una scoperta dell’Empoli e dello stesso Sarri. In campo, poi, i partenopei hanno vinto grazie a Di Lorenzo e Mario Rui, ma anche a Zielinski: inutile star qui a sottolineare quale squadra abbia avuto il merito di scoprirli, lanciarli e soprattutto valorizzarli. Ma se l’exploit del Napoli era già in qualche modo emerso, un valore importante lo assume anche il secondo posto della Lazio. Perché anche all’interno del club capitolino c’è davvero tanto, tantissimo Empoli. Maurizio Sarri non ha ovviamente bisogno di presentazioni: il tecnico valdarnese deve alla società di Corsi la fiducia che gli ha consentito di esprimersi al meglio e, soprattutto, di dimostrare a tutti che nelle categorie inferiori c’era uno dei migliori allenatori italiani del momento.

Gli anni del Napoli, del Chelsea e della Juve lo hanno consolidato, ma l’esplosione è avvenuta al Castellani. E poi c’è Giovanni Martusciello, che Sarri ha voluto fortemente. L’esperienza da allenatore dell’Empoli non è andata bene, ma in veste di braccio destro è uno dei migliori d’Italia e anche qui si deve tutto all’intuizione dei dirigenti azzurri, che lo vollero al fianco di diversi allenatori dopo una breve esperienza nel settore giovanile. La Lazio ha però diversi ex Empoli anche in campo, da Provedel, a Hysaj, a Casale, a Vecino. Volendo scavare a fondo si potrebbero poi trovare altri ex anche nell’Inter (il vice di Inzaghi, Cecchi, e Asllani) o nel Milan (Krunic e Bennacer), ma l’esempio delle prime due della classifica è già abbastanza calzante. E anche questa, in un certo senso, è un’altra medaglia che a Monteboro possono sfoggiare con orgoglio.

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