
Ardian Ismajli è tornato, dopo una seconda parte di stagione costellata da problematiche di tipo fisico: sarà lui a guidare la difesa nel rush-salvezza
di Damiano NifosìEMPOLISpesso si dice: “la miglior difesa è l’attacco“. Ecco, a fronte di un attacco non sempre brillante, essendo il terzo meno prolifico di tutto il campionato (con 27 reti segnate), a pari merito con quello del Venezia e solo davanti a quello del Monza (25) e del Lecce (24), la difesa dell’Empoli sta invece ritrovando i pezzi che aveva perso durante la stagione, a causa dei molti infortuni, e tanto di questo rush finale verso la salvezza passerà proprio dalla retroguardia degli uomini di D’Aversa. Facendo i dovuti scongiuri del caso, il peggio sembrerebbe essere ormai passato, come attestato dalla partita di domenica scorsa contro la Fiorentina, quando si sono rivisti i tre titolari ’designati’: Viti, Marianucci e Goglichidze a difendere la porta di Vasquez. Parte della violenta sbandata che ha portato l’Empoli ad inanellare una serie di risultati negativi che dura ormai dall’8 dicembre 2024 è sicuramente da imputarsi agli scossoni che gli azzurri hanno dovuto affrontare, spesso e volentieri, con difensori adattati: più volte Cacace e De Sciglio hanno dovuto mettere una pezza sulle varie assenze, anche giocando in ruoli ai quali non sono avvezzi.
Un’annata certamente sfortunata per i tre membri della difesa: il capitano Ardian Ismajli (prima che la fascia passasse a Grassi), ad esempio, ha saltato per infortunio ben nove delle ultime 11 partite disputate in Serie A. C’è poi Mattia Viti, ma anche lui ha dovuto saltare 8 partite per due diversi infortuni quest’anno, uno di tipo muscolare e uno invece al ginocchio rimediato contro il Milan. Il più integro dei tre è stato senza dubbio una delle tante scoperte positive dell’annata empolese, vale a dire il georgiano Goglichidze, classe 2004, che ha trovato continuità nell’undici titolare sin dalla cessione di Walukiewicz al Torino, avvenuta a settembre, e che non ha più mollato il ’posto fisso’, meritandosi anche attenzioni illustri da club top di gamma. Le prestazioni del georgiano sono sicuramente state altalenanti, ma il potenziale è innegabile, attestato anche dal bell’assist che ha fornito a Fazzini nella sconfitta esterna per 1-2 contro la Fiorentina.
Chi, invece, è uscito con le ossa un po’ rotte dal ritrovamento dei tre titolari è senz’altro Marianucci, che da titolare inamovibile e bella scoperta del settore giovanile è tornato ad essere la famosa ’riserva di lusso’. Non poteva essere altrimenti, visto che le prime presenze da titolare in campionato arrivano proprio per assenza dei tre sopracitati: tuttavia, impossibile non sottolineare i meriti del ragazzo, che è infatti promesso sposo del Napoli di Conte, che lo ha ’blindato’ a gennaio strappandolo dall’interesse di altre squadre altrettanto blasonate, italiane e non. Possibile allora che entrino in gioco anche dinamiche di altro tipo, e che D’Aversa voglia diminuirne gradualmente il tempo di gioco per evitare infortuni che potrebbero far saltare un affare già praticamente chiuso coi partenopei: fatto sta che, appena sono tornati a disposizione i tre titolari, il tecnico azzurro non ha esitato a relegare il ragazzo in panchina, come visto a Firenze, dove Marianucci non è proprio sceso in campo. E se il primo banco di prova non è andato benissimo, già dalla prossima contro la Lazio ci vorrà la difesa arcigna vista ad inizio anno per risalire la scivolosa china delle ultime tre posizioni e trovare i fantomatici “7 punti in 4 partite“ necessari ad evitare la retrocessione.
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