Tuteliamoci nell’attesa dell’accordo

Valentina

Conte

Gli assembramenti non si possono fare, le cene in famiglia sono pericolose, le mascherine vanno indossate anche se il sole arde e ci brucia il viso: per le restrizioni contano i numeri e i numeri dicono che l’Empolese Valdelsa è messo male. A Certaldo e a Capraia e Limite le aree pubbliche sono già state chiuse. Non è un caso se ad ogni riapertura seguono chiusure: da qualche parte, in qualche modo, eccediamo, sfidiamo le regole, abbassiamo la guardia e il virus circola, fa aumentare i dati e i dati fanno ’numero’, anche se si è asintomatici. Il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni, non ha avuto dubbi nel confermare "Lo sbaracco" ed è stato chiaro: va trovato l’equilibrio, "non si può dare l’ennesima mazzata a una categoria in crisi". In punta di diritto ha ragione, perché in zona arancione i negozi sono aperti: è ciò che eventualmente accade all’interno o all’esterno che alimenta la circolazione del virus. E, questo, dipende da noi. Gli ospedali sono in affanno. Il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, è tornata su Facebook per rivolgersi direttamente ai cittadini: "È il momento della responsabilità" ha detto senza giri di parole. La curva si sta impennando, le varianti avanzano, fanno paura, riaccendono i focolai. E’ passato un anno dalle prime avvisaglie di questo Covid che viene dalla lontana Cina e di cui si racconta che a scatenarlo sia stato un macellaio alle prese con un pipistrello. La favoletta del pipistrello forse non regge, ma certo è che il clima è pesante e sta provocando reazioni forti, aumentano i suicidi e tutti sentiamo che il virus uccide l’anima. Viviamo come se l’uomo fosse solo la malattia e non tante altre cose insieme. Fino a quando potremo resistere imprigionati dal virus? È stata colpita la vita, raccolta nelle sue radici più immediate e semplici. Possiamo solo difenderci auto proteggendoci con mascherine e distanziamenti, in attesa che cinesi, russi, inglesi, americani, organizzazioni mondiali, governi e comitati tecnico scientifici si mettano d’accordo. E sopportiamo, se vogliamo davvero uscirne.