"Siccità ed emergenza La sfida? Essere pronti"

Paolo Masetti, il sindaco con la delega alla protezione civile e alla sicurezza "Siamo di fronte a fatti estremi, ma il segreto è la prevenzione. E noi ci siamo"

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di Bruno Berti

Un disaster manager alla guida della protezione civile dell’unione induce a fare gli scongiuri, ma si tratta soltanto di una definizione, ovviamente anglosassone, che ha contraddistinto la vita professionale di Paolo Masetti, che aveva questo incarico nell’allora (2014) Provincia di Firenze al momento di essere eletto alla guida dell’amministrazione montelupina, poi riconfermato nel 2019. Nell’Unione si occupa di protezione civile, appunto, di polizia municipale e sicurezza. La cronaca di questi giorni, a partire dalla tragedia della Marmolada, per arrivare alla siccità passando per le ondate di calore, si incarica di mostrare quale importanza abbia assunto la prima competenza che gestisce per l’Unione. Masetti, inoltre, è delegato per la protezione civile per l’Anci (Associazione comuni) toscana e per quella nazionale.

"Voglio anche ricordare che di questi argomenti si parla molto, ma si fa poco, nonostante gli eventi estremi, e pericolosi, a cui stiamo assistendo. Dobbiamo essere ben coscienti che è necessaria una presenza organizzata per rispondere con prontezza alle sfide che abbiamo di fronte".

Come andiamo con la siccità?

"Non è escluso lo stato di emergenza in Toscana, attendiamo la decisione a breve, e poi nazionale".

Certo il fiume Pesa ricorda quanto il problema della siccità sia di quelli seri. Sono fenomeni che devono preoccuparci?

"Sì, siamo di fronte a casi estremi: fenomeni limitati nel tempo e nello spazio, magari, ma violenti. Sul fronte strategico dell’acqua, poi, l’estrema urbanizzazione non ha certo aiutato, anzi ha contribuito a rendere le conseguenze dei fenomeni atmosferici più pesanti".

A parte l’alluvione del 1966, di un’altra era, quando abbiamo avuto il primo contatto con una realtà pericolosa e del tutto nuova?

"Per il territorio dell’Unione il contatto, molto brusco, con la nuova realtà è avvenuto il 19 settembre 2014, con quella sorta di uragano concentrato che è stato il maxitemporale che ha devastato pezzi importanti del comune di Cerreto Guidi. Furono momenti terribili, anche se, per fortuna, non ci furono conseguenze in termini di feriti o di morti".

Quindi, da allora si può dire che per i sindaci la consapevolezza della necessità di investire nella prevenzione sia stata una realtà?

"E’ così. Abbiamo preso sul serio quello che era accaduto e abbiamo potenziato il coordinamento del volontariato di settore, che ci garantisce di poter contare su 17 squadre di volontari che, al bisogno, entrano in azione nell’arco di 30 minuti. Abbiamo quindi a disposizione una possibilità di intervento davvero notevole, a cui si aggiungono, ovviamente, anche i vigili urbani. Ricordo che il sindaco è l’autorità di protezione civile locale e che l’Unione lo supporta per il coordinamento sovra comunale. Se l’ottica degli interventi fosse solo comunale, potrebbero esserci delle criticità".

Qual è l’ambito di intervento? "La superficie degli undici comuni è 700 chilometri quadrati, con oltre 170mila cittadini".

Il personale di settore che si trova nei vari enti è sufficiente?

"Intanto c’è da dire che il Piano di emergenza dell’Unione sarà presto aggiornato. Comunque, dobbiamo anche fare i conti con la difficoltà a reperire personale adeguato".

Con i vigili urbani come va?

"Il corpo attualmente conta 85 persone, tra vigili e ufficiali. Di qui al 2024 ne entreranno in servizio altri ventidue. Nonostante i numeri non entusiasmanti, il corpo riesce a svolgere un lavoro importante: pensate solo alla pandemia. Con i sindacati il rapporto è costruttivo e di collaborazione".