Gulotta, per 22 anni di carcere non bastano 6 milioni di risarcimento

I legali annunciano che ne mancano altri 54: "La richiesta rimane valida". Presentata in Regione la Fondazione per aiutare le vittime di ingiustizie

Giuseppe Gulotta nella sua casa di Certaldo con la compagna Michela (Germogli)

Giuseppe Gulotta nella sua casa di Certaldo con la compagna Michela (Germogli)

Certaldo (Firenze), 4 aprile 2017 - Una ulteriore richiesta di risarcimento, dopo gli oltre 6 milioni di euro già ricevuti dallo Stato, per i 22 anni trascorsi ingiustamente in carcere. Giuseppe Gulotta batte nuovamente cassa: vuole ancora 54 milioni. Lo hanno annunciato gli avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini, suoi legali.

Gulotta è stato vittima di un errore giudiziario e ingiustamente accusato di aver ucciso due carabinieri, nel caso «Alkamar», e poi è risultato innocente a seguito della revisione del processo. «Il risarcimento dovrà essere quantificato, quello attuale è un primo passaggio, una sorta di indennità. Noi abbiamo chiesto una cifra vicina ai 60 milioni di euro. La richiesta rimane», hanno spiegato gli avvocati in occasione della presentazione, oggi in Consiglio regionale della Toscana a Firenze, della Fondazione Gulotta, istituita appunto contro gli errori giudiziari, alla presenza, tra gli altri, del presidente dell'Assemblea toscana Eugenio Giani e dello stesso Gulotta.

Contribuire a rivelare errori giudiziari e alla sensibilizzazione civica sulle problematiche ad essi collegate, «dare voce agli ultimi», tutelare i diritti dei detenuti, e offrire alle persone ingiustamente condannate la possibilità di avviare la procedura di revisione delle sentenze: questi alcuni degli scopi della Fondazione Gulotta. «Questa fondazione l'abbiamo tanto voluta per dare voce a chi come me finora non l'ha avuta - ha detto il suo fondatore -. Cercheremo di provare l'innocenza di persone che stanno pagando per qualcosa che non hanno commesso. Ce ne sono tante in carcere. Stiamo seguendo il caso di una donna di Lecce, condannata all'ergastolo per la morte del marito. A nostro giudizio, non c'entra nulla», ha concluso.