Pienone all'incontro pubblico sul coronavirus. "Non servono allarmismi"

Tante le domande rivolte dai cittadini a Renzo Berti, direttore del dipartimento di prevenzione dell'Asl

Incontro sul coronavirus (Fotocronache Germogli)

Incontro sul coronavirus (Fotocronache Germogli)

Empoli, 13 febbraio 2020 - Una domanda dietro l'altra, posta da chi, nonno, genitore, studente, lavoratore, ha un solo obiettivo: sapere di più sul temuto coronavirus. Gli interessi? Molteplici. Si va dal medico che chiede "Ho un paziente rientrato da una delle zone a rischio, asintomatico, che sta facendo il periodo di quarantena. Ma ci sono anche famiglie delle quali non si conosce la storia: come comportarsi?" al professionista che vuol sapere se "Il contagio può avvenire toccando un pacco? O con una stretta di mano?". Oppure c'è chi chiede se "Il vaccino antinfluenzale serve?" o ancora "Come è nato questo virus?". Domande a raffica per cercare di capire quante più verità sul Coronavirus, a tu per tu con Renzo Berti, direttore del dipartimento prevenzione e portavoce della direzione sanitaria regionale. Ieri, mercoledì 12 febbraio, ha fatto il pienone alla Vela Margherita Hack: dopo aver illustrato dati aggiornati, storia e precauzioni in merito al virus, ha risposto alle domande dei partecipanti.

Decine e decine di persone che hanno risposto presente all'invito promosso dal sindaco fucecchiese Alessio Spinelli, in qualità di presidente della Società della salute Empolese Valdelsa Valdarno. "Questo non è un incontro politico - mette in chiaro Spinelli all'inizio dell'assemblea alla presenza di sindaci e assessori delegati dei 15 Comuni - L'obiettivo è fare chiarezza su una questione con cui ci confrontiamo costantemente e farlo ascoltando le notizie ufficiali della Asl".

La parola passa a Berti e alle slide: numeri, scritte e grafici scorrono per la gente per la quale le sedie non bastano. "E' una novità e questo di per sé lo rende un problema - attacca riferendosi al coronavirus in questione - C'è il problema dell'incubazione: il tempo massimo è di 14 giorni". Il contagio? "E' su base respiratoria, come accade nell'influenza: hanno rilevanza nulla le possibilità di contagio per via ambientale e alimentare". continua l'esperto costretto poi ad ammettere: "Non abbiamo ancora un vaccino e non esiste una terapia specifica: la diagnosi finale viene fatta con tecniche di laboratorio, anche in Toscana. E questo permette di accorciare i tempi".

Spazio quindi a geografia del contagio e rapporto morte-guarigioni. "Le persone guarite sono quasi 5 volte il dato dei morti - spiega Berti - In Italia, il virus non circola, i tre casi sono tutti di importazione: questo è significativo. Emergenza nazionale dichiarata dal Governo, task force regionale e unità di crisi dell'Asl hanno lo scopo di organizzarci al meglio per gestire la situazione". Via dunque alle indicazioni su come riconoscere un caso sospetto, "tra provenienza, febbre, tosse secca e difficoltà respiratoria" e sulla necessità di "contattare il 118, anziché andare in pronto soccorso".

Il punto è "non fare allarmismo e non nascondersi in caso di febbre: il problema va esplicitato così che possa esserci una presa in carico". Va in questa direzione il vademecum in più lingue stampato e diffuso dalla Asl anche nella comunità cinese.

Tra i temi caldi, c'è la scuola. "Alla luce della seconda circolare emessa dal Ministero - sottolinea Berti - il consiglio a chi proviene dalle aree a rischio è di restare a casa, ma non è un obbligo. I dirigenti scolastici dal canto loro, quando vengono a conoscenza di casi di rientro dalle aree a rischio, devono segnalarlo alla Asl". Sono tutti attenti coloro che siedono nella platea, pronta a salutare l'iniziativa con un forte applauso. Un segnale della voglia di sapere ma anche della grande preoccupazione.

S.P.