Pd, non solo segreteria nazionale Al voto anche per la regione

E se i candidati non mancano per il nazionale, per il soglio toscano non ci sono, per ora, pretendenti ufficiali

Migration

di Bruno Berti

Forse non tutti gli interessati alle primarie lo sanno, o se ne ricordano, ma in ballo alla consultazione rito fondante del Pd, almeno in Toscana come da statuto regionale del partito, si vota, oltre che per il segretario nazionale, anche per quello regionale, l’onorevole Simona Bonafé. E se i candidati non mancano per il nazionale, almeno per ora, per il soglio toscano non ci sono pretendenti ufficiali. Certo, si tengono incontri, abboccamenti e quant’altro, ma di assodato niente. E quindi si intravede l’ipotesi di una riconferma dell’attuale numero uno. Mancano ancora un po’ di giorni per candidarsi e qualche nome si pensa che esca, anche perché, stando ai sussurri, una riconferma di Bonafé senza colpo ferire non sarebbe lusinghiera per il partito. Tanto più che, se i candidati per il regionale sono uno, o due, si salta il passaggio del voto degli iscritti, cosa che non avverrebbe, chiaramente, se le proposte fossero più di due. In precedenza la platea dei contendenti per la poltrona del Pd, al nastro di partenza, era molto più folta. Basti pensare alle reiterate chiamate in causa anche per il sindaco di Empoli Brenda Barnini, che per qualche tempo è stata indicata pure come possibile candidata per la presidenza della Regione. Le cose, poi, sono andate in altro modo, come sappiamo. C’è anche da ricordare, però, che il silenzio, in politica, non significa sempre oblio: c’è anche la possibilità del richiamo al salvatore della patria di turno. Vedremo. Certo, per Barnini c’è da mettere in conto pure un rapporto non idilliaco con il presidente Giani, come si è visto da alcune prese di posizione, ad esempio sulla questione gassificatore. Fra l’altro il governatore è in cerca di una riconferma per il 2025, quando scadrà il suo primo quinquennio.

La data sembra lontana, ma è bene aver presente che in politica è sempre meglio prepararsi per tempo, se non si vuole trovarsi a condurre una battaglia con poche truppe, una prospettiva decisamente scomoda. Tra l’altro la sindaco e il governatore si trovano dalla stessa parte della barricata, quella governata da Bonaccini, nel confronto per il congresso nazionale del partito. Dalla sua Barnini, inoltre, può anche mettere in gioco gli incarichi nella segretaria nazionale del Pd ricoperti sia con Zingaretti sia con Letta. Sulla questione gassificatore, un nervo scoperto, la titolare dello scranno più alto di via del Papa, poi, ha semplicemente preso atto di un diffuso malcontento tra la popolazione, tra l’altro anche in zone in cui gli elettori del Pd non sono certamente assenti. Non crediamo che la decisione di dire no al nuovo impianto sia stata presa a cuor leggero. La proposta era arrivata in base alla decisione regionale di chiedere ai privati, leggi le aziende che si occupano del servizio dei rifiuti, di indicare le località dove installare gli impianti, suscitando le ire della sinistra che aveva gridato alla ‘privatizzazione’. Alia aveva proposto Empoli, Rosignano e Livorno. Quindi, l’ipotesi, allo stato delle cose, era aziendale e non anche del Comune in via diretta. In via del Papa si erano detti disponibili a valutare il progetto, che ancora non c’è, come fanno notare alla federazione del Pd di via Fabiani. Ma se si guarda il tema solo dal punto di vista della partita per il 2025 in Regione, Barnini, a meno di fatti nuovi, deve fare i conti con il disallineamento delle consultazioni elettorali, per cui il suo incarico in Comune cesserà nel 2024. E trascorrere un anno ‘sospesi’, a meno di fatti nuovi, non è la prospettiva migliore per un politico in tempi di partiti liquidi.