Ogni giorno una classe finisce in isolamento Ma ora cambiano le regole: quarantene più soft

Secondo le nuove disposizioni tutti a casa solo in presenza di due positivi. E i presidi si dividono: "Giusto alleggerire". "No, ora è rischioso"

Migration

Il buon proposito del "mai più dad" per questo anno scolastico non sembra aver resistito a lungo. Dopo un mese dal suono della prima campanella sono una trentina nell’Empolese Valdelsa le classi in quarantena. Dall’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, spuntano ancora contagi che fanno scattare gli isolamenti. Nessun focolaio, per fortuna, ma casi isolati che però, stando alle linee guida in vigore, mandano ancora tutta la classe in quarantena. Da qualche giorno, però, circola una bozza con le nuove indicazioni dell’Istituto superiore di sanità, dei ministeri della Salute e dell’Istruzione e delle Regioni con novità importanti per ridurre al minimo la didattica a distanza.

In base agli aggiornamenti previsti l’isolamento per tutta, o una parte della classe, rimane solo se i casi sono due o più. La quarantena resta anche nel caso in cui il virus colpisca un bambino da 0 a 6 anni, ovvero se frequenta asili nido e materne. Ma con un caso nelle scuole primarie e secondarie, le cose cambiano. In pratica si continua la scuola in presenza, e si fanno i test. Se il tampone 0, cioè quello fatto il prima possibile, è negativo si rientra subito a scuola e dopo 5 giorni se ne dovrà fare un altro. Se un secondo studente è positivo, allora i compagni non vaccinati vanno in quarantena (e quindi in dad), mentre i vaccinati restano in presenza.

Se i positivi sono tre in una classe, la quarantena scatta per tutti: 10 giorni per i non vaccinati, si scende a 7 per i vaccinati. La bozza, ancora in fase di limatura, introduce dunque la strategia di "sorveglianza con testing": i contatti del contagiato potranno rientrare in classe se negativi. Ma per qualche dirigente scolastico la nuova strada potrebbe essere rischiosa, se non accompagnata da una buona organizzazione nel testare e tracciare.

"Potrebbe essere una buona strategia, ma deve andare assolutamente di pare passo con la capacità di fare i test a tappeto e tracciare, due azioni – sottolinea il dirigente dell’istituto comprensivo di Castelfiorentino, Gerardo di Fonzo - nelle quali fino ad ora siamo stati carenti. Se non facciamo funzionare tutti gli strumenti rischiamo che gli effetti siano negativi". Il dirigente dell’istituto valdelsano sta facendo di nuovo i conti con la misura della quarantena. "Allo stato attuale – dice – abbiamo quattro classi della scuola secondaria di primo grado in quarantena e cinque alunni positivi".

Anche l’obbligo del green pass per chiunque acceda ai plessi scolastici non ha risparmiato grattacapi. "La stragrande maggioranza dei genitori ha il green pass ed è collaborativa – premette Di Fonzo – Ma ci sono delle minoranze che vorrebbero venire a prendere i figli a scuola senza certificazione verde. Non facciamo eccezioni: solo chi è munito di green pass valido può ritirare l’alunno, anche sulla soglia o fuori dal portone. Al massimo vengono accettate le deleghe di persone maggiorenni e autorizzate". Gaetano Flaviano, dirigente dell’istituto superiore Fermi – Da Vinci di Empoli, crede che la bozza sia coerente con il momento. "I numeri di contagi e decessi sono molto ridotti – dice - la vaccinazione ha coperto quasi tutta la popolazione è quindi giusto eliminare le quarantene di classe a fronte di un solo caso positivo. Ricordo anche che in classe gli studenti tengono la mascherina e siedono distanziati. In più – aggiunge Flaviano - nella mia scuola ho fatto montare in ogni classe dei purificatori d’aria".

Irene Puccioni