"No al nuovo impianto" Sabato la manifestazione

I promotori dell’iniziativa: "La salute non ha prezzo". E spuntano vari striscioni. Anche il Movimento 5 Stelle si schiera: "Siamo contrari al progetto"

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Cresce il fronte del no al gassificatore e, soprattutto, aumenta la preoccupazione circa le ricadute che il nuovo impianto di Alia potrebbe avere sul territorio. Uno striscione è apparso sulla Tosco Romagnola, all’altezza dello svincolo Empoli Est della FiPiLi, mentre un altro è stato apposto al terrazzo di una casa lungo via dei Cappuccini ed è visibile a chi, da Corniola e Pozzale, si muove verso il centro città. E mentre il sindaco Barnini si affretta a rassicurare tutti sulla bontà di un percorso volto a informare i cittadini nei minimi dettagli sulle ragioni di quello che viene chiamato distretto circolare, è in programma sabato pomeriggio una manifestazione organizzata e rilanciata attraverso una pagina Fb che si chiama ’Marcignana non si piega’. Il ritrovo è fissato per le 14.30 in piazza Don Minzoni ed è chiamata a partecipare tutta la cittadinanza. Nel manifesto si rivendica la volontà di "decidere sul futuro del territorio" e si chiarisce come "la salute non abbia prezzo". Ed è proprio sui social che il tam tam dei contrari all’impianto cresce e si alimenta. Rilanciando l’iniziativa della manifestazione, l’assemblea permanente No Keu dice che "il progetto presenta molti lati oscuri che stiamo cercando di approfondire dal basso, chiedendo di avere dati e bilanci energetici da far valutare a un ente terzo, che non abbia interessi economici o politici. Tante sono le incognite rispetto all’impatto ambientale, al consumo energetico e ai rischi per la salute". Anche la politica si interroga e in molti casi già si schiera. E’ il caso del Movimento 5 Stelle Empolese Valdelsa, che dopo una prima fase di perplessità ora si dice "contrario al progetto del pirogassificatore al Terrafino. Costruire uno stabilimento che si ciba degli scarti plastici della differenziata, sovradimensionato per il bacino in cui si trova, automaticamente significa che non si investirà più sulla evoluzione della raccolta differenziata stessa e su nuove tecniche di separazione dei rifiuti per non togliere materia prima all’impianto".

La stessa critica la muove anche il gruppo di Rifondazione Comunista. "Si va nella direzione opposta rispetto ai tentativi di riduzione dei rifiuti e di maggior differenziazione. L’impianto necessiterà di 250.000 tonnellate di rifiuti all’anno e rimarrà operativo per 30 anni, questo non farà che incentivare la produzione e la compravendita di materiali di scarto. Non sarebbe invece più coerente investire i 400 milioni di euro necessari a costruire l’impianto in strutture più piccole volte al recupero della meteria e non alla sua trasformazione in gas, mettendo in atto un vero percorso circolare?".