Matteo Renzi al Dem Festival Il ritorno dell’ex fra gli applausi

Il senatore di Italia Viva sul palco centrale del PalaEsposizioni davanti alla platea delle grandi occasioni. Parla della necessità di fare le riforme, di chi andrà a palazzo Chigi nel 2023 e dell’importanza della politica

Matteo Renzi, l’ex premier nella “rossa” Empoli partecipa al Dem festival

Matteo Renzi, l’ex premier nella “rossa” Empoli partecipa al Dem festival

Empoli, 20 maggio 2022 - Una partenza al fulmicotone per il Dem Festival, con la sala centrale piena in ogni ordine e grado di posti per il ritorno del grande ex: Matteo Renzi. Che, diciamolo, come si tiene in pugno una platea lo sa, ma che, se niente niente fiuta che un po’ sta giocando in casa, si scatena e mentre parla di politica con la P maiuscola raccoglie applausi a scena aperta e risate sincere mentre racconta come ha fatto a farsi dare 30 milioni di euro da Berlusconi che era al governo quando lui faceva il sindaco a Firenze. Disinvolto e sicuro anche davanti alle domande più insidiose fatte dalla direttrice de LaNazione, Agnese Pini, con lui sul palco del Dem Festival. Per uno che ha governato tutto, non è un controsenso stare ai margini della politica?

"Abbiamo rappresentato una speranza partendo dalla Toscana e quando abbiamo fatto la legge sui diritti civili l’abbiamo fatta rischiando e così per la riforma del terzo settore e del caporalato, ma anche il jobs act che ha fatto 1,4 milioni di posti di lavoro stabili. Abbiamo fatto tutto basandoci su una speranza. Parliamoci chiaro. La battaglia per il referendum la rifarei subito, era decisiva. Col referendum si è rotto qualcosa, ma va detto che se col quaranta per cento del Pd abbiamo fatto cose importanti, con il 4% di Italia Viva abbiamo salvato il Paese da una deriva populista. Questo è fare politica". Nel 2016 è andata come è andata, ma si dimetterebbe di nuovo?

"Sì. Ho fatto benissimo a farlo. Anche se non avessi detto che mi sarei dimesso prima del referendum. C’era una situazione di rabbia verso di me che non poteva andare avanti. Napolitano mi disse di andare e fare le riforme e le riforme non erano passate. Due cose forse le farei diverse. Dovevo dimettermi il venerdì sera prima del referendum. Non ho avuto il coraggio. Dovevo dimettermi il venerdì, appena chiusi i mercati, ma non ho avuto il coraggio di farlo. La seconda cosa era che dovevo lasciare davvero. Dovevo andare via 5 anni. Avevo un’offerta in America e dovevo accettarla". Letta lo ha fatto...

"Lo ha fatto, ma ogni settimana faceva un’intervista contro di me. Ma non è questo il punto. Sarei dovuto andare via, ma Gentiloni mi disse ’Se te ne vai non sai che cosa ti faranno’. Sono rimasto e guarda che è successo".

Nel parlare di certe questioni, Renzi è un fiume in piena. "A me non interessa compiacere la gente. Sulle energie bisogna avere il coraggio di ritornare al referendum del 2016 e riparlare di energie nuove come il nucleare, perché altrimenti si diventa schiavi di russi e arabi. Col 4% abbiamo fatto quello che potevamo". Premesso che Mattarella ha salvato la faccia a tutti e al Paese, Renzi chi avrebbe scelto?

"La verità è che Letta di me non si fidava. Prima o poi lo racconterò come è andata la storia di ’Enrico stai sereno’. Anzi chiedeteglielo sabato quando viene. Io ero serio quando gli ho detto di stare sereno. Tornando a oggi, dico che Letta ha un problema: Conte. E lui ci deve dialogare. Conte da quando è andato via da palazzo Chigi non fa altro che mettere i bastoni fra le ruote a Draghi per far cadere il governo, ma se fosse vero quello che dice, dovrebbe dire ai suoi ministri di dimettersi. Io lo ho fatto". E sul futuro del governo Matteo Renzi non si sbilancia. "Lo scenario? Da qui al 2023 non lo sa nessuno. La Meloni oltre un tot no va, questo Paese ha un ’tetto’. Salvini è in crisi nera, il Pd ondeggia e i 5 Stelle sono sempre a pensare cosa fare e dove schierarsi. Sono convinto che se con il 4 per cento abbiamo fatto due governi, saremo determinanti anche nel 2023" Che farà Mario Draghi?

"Penso che Draghi sarebbe stato un ottimo presidente della Repubblica. Gli uomini di Draghi hanno sbagliato tutto nella campagna per il Quirinale. Al Quirinale votano i partiti e contro i partiti non ci si va. Ora non lo so che cosa vuole fare. La verità è che se al prossimo giro non si fa una riforma, questo Paese è finito nelle barbe. Draghi è un servitore dello Stato e può fare un altro giro, ma bisogna fare le riforme. Chi vince deve governare per 5 anni".