
La battaglia dei nidi. Co&So vince il ricorso e ottiene la gestione : "Un verdetto storico"
"Il caso Empoli sarà d’esempio per tutta Italia. Siamo orgogliosi di esserci battuti a tutela del movimento cooperativistico che ci sarà debitore di questa battaglia. Abbiamo difeso il sistema e ogni volta che capiterà una situazione simile, si farà riferimento a questa sentenza". È un risultato rivendicato con soddisfazione: dopo due anni e mezzo e due gradi di giudizio, la cooperativa Co&So Empoli può festeggiare. Il Consiglio di Stato, infatti, ha respinto il ricorso in appello della cooperativa Orsa, riconoscendo le ragioni espresse dal Consorzio Co&So Empoli, con le cooperative socie Il Piccolo Principe e Geos, in Ati (associazione temporanea d’impresa) con la cooperativa Eskimo, per la gestione dei nidi d’infanzia del Comune di Empoli. Sono coinvolti i nidi Il Melograno, Il Piccolo Mondo, La casa dei canguri, il Trovamici, i servizi di integrazione pomeridiana Nido più e Zeroseipiù e il Trovamici Ciaf. Un mondo attorno al quale ruotano 200 famiglie empolesi e 52 dipendenti. La storia inizia nel luglio del 2021 quando Orsa - colosso nel settore, originaria di Bergamo, una delle cooperative più grandi di Italia - si aggiudica la gara per la gestione dei nidi d’infanzia del Comune di Empoli. Servizio, questo, gestito dal 2008 da Co&So. A settembre Co&So Empoli ed Eskimo fanno ricorso al Tar chiedendo di annullare l’aggiudicazione dell’appalto.
Nell’aprile 2022 il Tribunale accoglie il ricorso, ma Orsa non si ferma. La decisione viene impugnata dalla cooperativa lombarda nel maggio 2022. Il 1 febbraio scorso, la decisione definitiva del Consiglio di Stato. Al centro della questione, il nodo delle ferie dei lavoratori dei nidi. A ricostruire la vicenda è Marco Peruzzi, presidente di Co&So Empoli. "Abbiamo partecipato alla gara per aggiudicarci un servizio che gestivamo da tempo. La sconfitta fa parte del lavoro, le gare si vincono e si perdono - dice - Ma in questo caso specifico nell’offerta economia della Orsa c’era un elemento molto grave ovvero la sottostima del numero di ferie procapite. Nel contratto collettivo nazionale sono previste 165 ore per dipendente, loro ne stimavano 55 annue. Su 53 persone il risparmio era enorme, l’offerta più vantaggiosa ma lesiva dei diritti del lavoratore. Questa anomalia ci ha costretti a fare ricorso per sancire un principio di giustizia. Il percorso è stato lungo e costoso, cooperative più piccole non avrebbero avuto la forza di affrontarlo". "L’errore - dichiara - Daniela Prestini, presidente Eskimo - era grave anche dal punto di vista concettuale: non si possono ‘mescolare’ due fattori dell’appalto del tutto distinti, quali il costo delle ferie ed il costo delle sostituzioni".
"La sentenza - commenta Camilla Cerbone, presidente Geos - conferma l’ammissione di un errore della pubblica amministrazione durante la verifica delle anomalie. E sottolinea il riconoscimento di un’unica modalità corretta per formulare l’offerta economica in una gara". Ora si attende il tempo tecnico necessario al Comune per concertare il rientro di Co&So che per i prossimi 3 anni avrà garantita l’assegnazione del servizio. Il rientro delle spese legali rispetto ai costi sostenuti, è stato stimato con un risarcimento di 16mila euro, 8mila a carico del Comune e altrettanti sborsati da Orsa. "Come Fp Cgil – dice il sindacato - chiediamo che vengano garantiti i diritti di tutto il personale attualmente impiegato nei servizi nidi coinvolti. Chiunque sia il prossimo gestore chiediamo di garantire la continuità lavorativa ed educativa".
Y.C.