REDAZIONE EMPOLI

I giovani e la riscoperta della terra: "Servono aiuti e contadini tutor"

Luca Pedrini, 44 anni, ha scelto di investire sull’agricoltura fondando l’azienda biologica di famiglia ’A Terra’ "Il momento non è facile, per restare sul mercato abbiamo scelto di abbassare i prezzi del 10-20 per cento".

I giovani e la riscoperta della terra: "Servono aiuti e contadini tutor"

VALDELSA

Orgoglioso di esser contadino. L’amore per la terra è una questione di genetica per Luca Pedrini; 44 anni, originario del Trentino, a Gambassi Terme ha fondato un’azienda a conduzione familiare produttrice di pane, pasta e prodotti da forno. Tutto biologico. A gettare il seme è stato il padre Franco, pioniere del biodinamico in Italia, che nel 2013 ha lasciato il timone al figlio. E lì è cominciata la sfida per la seconda generazione. Perché lavorare in agricoltura oggi, questo è. "L’aumento delle bollette ha gravato sulle aziende e sui clienti. Il momento non è facile per le piccole e medie aziende della categoria nell’Empolese Valdelsa - conferma l’imprenditore, che con un proprio mulino, porta avanti la produzione di grani antichi biologici - È scesa la capacità d’acquisto ma per restare sul mercato abbiamo scelto di abbassare i prezzi del 10, 20 per cento sui prodotti trasformati come i prodotti da forno. Sul resto, i listini sono bloccati a tre anni fa. Li aumenti li abbiamo ammortizzati noi. E speriamo che il consumatore si renda conto del sacrificio".

Da sempre Pedrini si occupa di viticoltura; quando i suoi hanno cambiato strada, la volontà di non gettare al vento quel patrimonio è stata subito chiara. "Ho respirato terra fin da bimbo - racconta il tecnico agronomico - Ho raccolto il testimone della generazione passata". È nata così ‘A terra’, realtà che ad oggi impiega sei persone. "Mia madre e mio padre, professori, hanno deciso 30 anni fa di cambiare vita e dal Trentino si sono trasferiti qui per aprire un’azienda agricola e fare i contadini in modo biologico e biodinamico. Prima delle mode, c’era un concetto di stile di vita. Poi il biologico è diventato una tendenza da cavalcare per i grandi brand. E questo è bello. Quando in famiglia negli anni ’70 abbiamo iniziato con l’agricoltura green, quasi venivamo derisi". Mentre in viticoltura i germogliamenti dei vigneti lasciano a bocca aperta i contadini ultra 80enni che non hanno mai visto una situazione simile, le aziende agricole biologiche crescono, tra mille difficoltà, incluso il cambiamento climatico.

"Negli ultimi anni c’è stata una crescita delle piccole realtà sul territorio. Aumentano le imprese biologiche e incrementano i campi seminati con grani antichi. C’è una sensibilità importante. Stanno nascendo biodistretti che puntano a creare sinergie tra aziende. Un ottimo segnale per il futuro". A proposito di futuro, è dal passato che bisogna imparare. "Per troppo tempo abbiamo cancellato il passato, che anzi, va trasformato in risorsa. Il ritorno ai grani antichi, molto richiesti, ne è la dimostrazione". La buona notizia? Nonostante gli ostacoli del presente, il futuro c’è e l’agricoltura non è bistrattata dai giovani. "Rispettano questo mestiere. Non scappano dai campi, arrivano con le conoscenze tecniche. Manca loro la storia, le tradizioni; ecco il gap. Ma lo si può colmare. Avvicinarli alla terra si può. Una strada da percorrere, sta nell’affiancarli non solo con contributi per le attrezzature. Sarebbe importante assegnar loro un contadino tutor, che possa aiutarli. Nonno Renato, 91 anni, lo ha sempre detto: la terra vuol vedere l’uomo in faccia. Mai nulla si può dare per scontato". E se la si guarda, la terra, si vede un chicco di grano duro che a seconda della varietà dopo 9 mesi ci restituirà anche più di 100 chicchi. "Non c’è investimento che possa dare una resa del genere. Ecco la magia".

Ylenia Cecchetti