Irene Puccioni
Cronaca

Certaldo, lo Stato nega la provvigione mensile a Gulotta, detenuto per anni ingiustamente

Domani si riunisce la Corte di Reggio Calabria. Gli avvocati promettono battaglia

Giuseppe Gulotta è stato in carcere da innocente per 22 anni

Certaldo, 10 febbraio 2015 - Gli è stato negato anche un sussidio mensile in attesa che venga stabilito il risarcimento economico per aver passato 22 anni in carcere da innocente. La Corte d’Appello di Reggio Calabria per il momento ha detto «no» alla richiesta di una provvigione per Giuseppe Gulotta avanzata dagli avvocati Pardo Cellini e Baldassare Lauria, fintanto che il procedimento che dovrà stabilire la cifra – quella stimata dai legali è di 56 milioni e 88mila euro – a riparazione del maltolto, non sarà concluso. E l’esito, a questo punto, non è per nulla scontato: l’avvocatura dello Stato, infatti, sta facendo una strenua quanto ostinata opposizione alla richiesta di risarcimento: «un attacco frontale», lo ha definito l’avvocato Cellini.

Gulotta, il muratore di Certaldo oggi 57enne, è stato assolto con formula piena dalla stessa Corte calabrese il 13 febbraio 2012 che ha annullato la condanna all’ergastolo inflittagli nel 1990 per la strage di Alcamo Marina del 1976 in cui furono uccisi due carabinieri. Domani la Corte di Reggio Calabria si riunirà di nuovo e in aula gli avvocati promettono battaglia.

«Siamo all’assurdo – tuona Cellini – l’avvocatura dello Stato è arrivata a sostenere che Giuseppe Gulotta non ha diritto al risarcimento perché di fatto l’errore giudiziario lo ha provocato lui stesso autoincolpandosi del duplice delitto. La confessione – sottolinea l’avvocato – gli fu estorta con torture e sevizie. C’è una sentenza passata in giudicato che lo ha stabilito. Lo Stato, dopo 36 anni, ha finalmente riconosciuto l’innocenza di quest’uomo e ora gli nega un sacrosanto diritto: quello di essere risarcito».

Cellini è deluso e amareggiato e non nasconde una certa preoccupazione per quello che potrà accadere in aula. Tre i possibili scenari: la Corte potrebbe decidere di disporre una provvigione, accogliendo il ricorso degli avvocati, e prendersi altro tempo per valutare tutte le perizie fornite dai legali al fine di stabilire il ‘quantum’ del risarcimento; i giudici potrebbero, invece, esprimersi immediatamente sulla cifra a riparazione del danno; come terza ipotesi la Corte potrebbe invece accogliere la memoria difensiva dell’avvocatura e rigettare la richiesta di risarcimento.

«Un’eventualità, quest’ultima – dice con risolutezza Cellini – che non prendiamo neppure in considerazione. Quello che mi auspico è che la Corte difenda lo stato di diritto e non lo Stato che attraverso la propria avvocatura sta portando avanti un’opposizione in malafede. Quanto ancora dovrà pagare Giuseppe Gulotta prima di poter tornare a vivere? A diciotto anni gli è stata rovitata l’esistenza, per 22 anni ha vissuto da innocente dietro le sbarre e oggi che di anni ne ha 57 ed è un uomo libero, non ha ancora trovato pace per sé e per la sua famiglia».