"Giovani e lavoro, così non va"

Confindustria: "La scuola deve fare di più"

Il presidente empolese di Confindustria Michele Pezza

Il presidente empolese di Confindustria Michele Pezza

Empoli, 13 giugno 2018 - "Le difficoltà delle aziende nel reperire figure professionali qualificate sono reali. Periti tecnici e meccanici, così come gli ingegneri, non sono facili da trovare mentre il mondo del lavoro avrebbe bisogno di loro, di competenze specifiche». Le parole del presidente di Confindustria Empolese Valdelsa Michele Pezza sposano in pieno il grido di allarme lanciato nelle ultime ore dalla responsabile delle risorse umane di Irplast Claudia Fabiani: certe figure professionali sono diventate davvero un miraggio. Motivo per il quale anzitutto Pezza tira le orecchie alla scuola.

"Delle lacune sono innegabili. Mi vengono in mente i laboratori di cui dispongono i nostri istituti superiori – sottolinea il numero uno di Confindustria –. Spesso si tratta di aule con strumentazioni obsolete se confrontate con quelle delle imprese. Esiste un gap innegabile che di certo penalizza il neo diplomato. Così non si è pronti davvero al salto dal mondo della scuola a quello del lavoro". Poi un altro neo nella formazione degli alunni che di nuovo mette d’accordo Michele Pezza con l’opinione espressa dalla rappresentante di Irplast Fabiani: i ragazzi e le ragazze non conoscono le lingue straniere, nemmeno l’inglese.

"Anche questo è un freno non trascurabile nella possibilità di ottenere un’occupazione. Bisogna mettersi in testa che il lavoro in azienda oggi ha una dimensione globale e senza un inglese fluido si va da poche parti. Non basta più – rincara la dose Pezza – un inglese di base, scolastico, proprio come non esiste più il ritratto dell’operaio-manovale, privo di competenze".

Carenza di competenze e professionalità dunque, ma in quanto a voglia e disponibilità i nostri giovani come sono messi? Secondo il vertice territoriale di Confindustria sarebbe sbagliato generalizzare in un senso o nell’altro. «C’è chi durante i colloqui storce il naso se gli viene proposto di lavorare a turni o nel fine settimana. Chi fa così dovrebbe senz’altro dimostrare maggiore responsabilità e disponibilità in un momento storico in cui a livello produttivo esistono delle difficoltà. Esiste però chi ancora si rimbocca le maniche e va a lavorare con impegno».

Infine il messaggio, il mantra di Michele Pezza: «Bisogna arrivare a un coordinamento vero tra istruzione e lavoro per formare una nuova società con un diverso approccio culturale. Asev può giocare un ruolo di primo piano. La realtà scolastica, dal canto suo, smetta di essere autoreferenziale, si apra davvero al mondo dell’impresa. Mettiamo in campo e sviluppiamo tutti insieme un interscambio fruttuoso che dia risultati concreti».