"Fi-Pi-Li, aeroporto e vaccini: gli artigiani chiamano"

Nell’anno nero chiuse 353 aziende a fronte di 294 sbocciate. Il presidente di Confartigianato lancia l’appello: "La pandemia non sia alibi"

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Imprenditori e artigiani del nostro territorio hanno voglia di rimboccarsi le maniche per ripartire il prima possibile. Ma l’incognita della quarta ondata incombe ancora su settembre. Per Marco Costoli, presidente della Confartigianato Empolese Valdesa, i segnali di crescita però ci sono. Bisogna saperli leggere.

Costoli, dopo un anno e mezzo di pandemia cominciano a intravedersi segnali di ripresa?

"Ci sono ancora problematiche ma i segnali di ripresa si notano in quasi tutti i settori: l’edilizia grazie ai vari bonus, il turismo, l’export. L’esportazione nel primo quadrimestre 2021 secondo i dati Istat è cresciuta del 20 per cento, a maggio del 40 per cento rispetto allo stesso mese del 2020. Sono dati che confortano, anche se sono confrontati con un anno che è stato catastrofico. Ma non dobbiamo dimenticare che anche prima le cose non erano rosee: non dobbiamo cercare solo di ritornare alla situazione pre Covid, ma migliorarla.

In che modo?

"Gli investimenti del Pnrr e i fondi europei che sono in arrivo possono essere un buon volano per far ripartire i lavori nel pubblico, poi nel privato e, a ruota, i consumi. C’è voglia di ripartire, sono ricominciate anche le fiere in presenza, ma c’è instabilità dovuta alle varianti e alle diverse regole in vigore nei vari Paesi: molti clienti esteri vorrebbero partecipare alle fiere, ma incontrano difficoltà a spostarsi. Navighiamo ancora a vista. Dobbiamo impegnarci per aumentare le vaccinazioni, è l’unico punto fermo. Va implementata la campagna vaccinale per convincere tutti gli indecisi ed evitare nuove chiusure".

Nell’Empolese Valdelsa la pandemia ha fatto chiudere 353 aziende, contro le 294 nate.

"Mi auguro che quest’anno il saldo possa essere positivo. Non bastano incentivi e sostegni, il vero aiuto è rimettere in moto l’economia e far lavorare le aziende. La Toscana deve investire di più su digitalizzazione, infrastrutture, attività legate al territorio. Con la crisi, le aziende in difficoltà rischiano di essere “svendute” a fondi stranieri e divenire oggetto di operazioni speculative in cui prevale l’interesse finanziario, come dimostra il caso della Gkn. La pandemia può diventare un pericoloso alibi. Per fortuna vedo tantissimi imprenditori che agiscono in maniera seria e corretta".

C’è nell’Empolese un settore che ha risentito di più della crisi?

"Ne hanno risentito tutti, ma le aziende non si sono sedute ad aspettare, hanno trovato modi per innovarsi, per raggiungere lo stesso i clienti via web".

Ha parlato di infrastrutture, ogni giorno chi si sposta nel territorio deve fare i conti con disagi sulle strade.

Un investimento nelle infrastrutture è fondamentale: aeroporti, alta velocità, strade. La Fi-Pi-Li sta creando difficoltà al turismo e alle aziende: occorre trovare una soluzione una volta per tutte, sistemarla e incrementarla o trovare una via alternativa, e nel frattempo liberarla dai cantieri.

Sugli aeroporti, meglio potenziare lo scalo Vespucci o il Galilei?

L’importante è che uno dei due venga sviluppato, e assuma quel carattere internazionale che il territorio si merita. Ancora nessuno dei due ha fatto quel salto di qualità che servirebbe, ad oggi dobbiamo fare riferimento su Roma, Milano o Bologna. La nostra speranza è di poter avere anche in Toscana un aeroporto di tale livello.

R.E.