Esame disdetto senza un perché. «Il mio nipotino dev’essere curato»

Cittadino costretto ad andare al Meyer per i controlli necessari

Il piccolo è stato subito preso in carico dall’ospedale Meyer di Firenze per le cure necessarie

Il piccolo è stato subito preso in carico dall’ospedale Meyer di Firenze per le cure necessarie

Empoli, 7 giugno 2018 - Un bimbo di tre mesi da solo certo non può difendersi. Ci ha pensato il nonno che, d’accordo con la mamma del piccolo, ha deciso di raccontarci questa storia che lascia davvero l’amaro in bocca. E un gran brutto senso di ingiustizia, soprattutto perché, alla famiglia in questione, delle cure rifiutate non è stata data alcuna spiegazione. «La richiameremo noi quando ci sarà disponibilità per fare l’esame». Passo e chiudo. Si tratta di un accertamento che il piccolo deve fare obbligatoriamente con tempistiche stabilite dal suo pediatra per monitorare una situazione non risolta nel post partum. Un controllo che però, pur avendolo prenotato a marzo, al San Giuseppe sembra impossibile eseguire in quanto tanti bimbi sono stati ‘rimandati’ a data da destinare. «Non siamo i soli a essere tornati dal pediatra per chiedere aiuto non appena è arrivata la chiamata per disdire l’ecografia – racconta il nonno del piccolo, preoccupato e arrabbiato per il disservizio – e per fortuna la dottoressa mi ha subito indirizzato al Meyer di Firenze così oggi (ieri n.d.r.) il mio nipotino ha potuto fare gli accertamenti, senza lasciar passare altro tempo prezioso». Vagare nell’incertezza di una diagnosi è già molto complicato, se poi calano le tenebre anche sulla data dell’appuntamento... «Non mi hanno dato certezze, hanno solo detto che mi avrebbero ricontattato – chiarisce il signore – ma io mi chiedo, se l’appuntamento deve essere preso entro un certo periodo, può essere rimandato a chissà quando?», ovviamente no. Quindi la famiglia si è recata all’ospedale pediatrico Meyer dove le analisi sono state eseguite, ma non certo a cuor leggero: «Siamo stati fortunati perché abbiamo trovato subito posto. Ma sono sincero – conclude il signore – bisogna stare alla sorte perché ormai se una persona non ha soldi per farlo privatamente è diventato sempre più difficile curarsi all’ospedale San Giuseppe, i disservizi sono fin troppi e quando riguardano i bambini fanno ancora più tristezza».

el.ma.