Acciaio e porto, ora certezze. Basta promesse

Il caso Piombino

Il rigassificatore a largo di Livorno, già presente da alcuni anni

Il rigassificatore a largo di Livorno, già presente da alcuni anni

Firenze, 3 luglio 2022 - Non è l’ora dei compromessi, ma è il momento della lungimiranza. Piombino è diventato un caso nazionale, il governo ha scelto: nel porto attracchi la nave Snam per contribuire a dare gas a tutta Italia dopo che le tubature russe si sono strozzate.

Piombino, dal cuore d’acciaio e dallo sguardo verso le perle dell’arcipelago, doveva essere un caso nazionale da alcuni decenni. Non lo è stato, nonostante appelli e proteste. E così il polo siderurgico non ha trovato più sbocchi di rilancio e aspetta ancora. Piombino, abbandonata per la sua storica produzione, viene ora presa in considerazione per il rigassificatore.

Da questo destino nasce la profonda protesta dei cittadini guidati da un sindaco, Francesco Ferrari (FdI), riuscito nell’impresa del ribaltone vincendo nel 2019 e mettendo all’angolo il Pd (a testimonianza che il malcontento cova da anni). Piombino quindi fondamentale nel piano del ministro Cingolani. Una chiamata di enorme valore per una comunità in sofferenza. La città dell’acciaio si oppone, non vuole compensazioni (opere già progettate e non portate a termine), vuole speranze concrete.

Ha pieno diritto ad una lungimiranza praticabile. Insomma non vuole sognare una prospettiva che resta nell’alveo delle ipotesi, esige concretezza su produzione e occupazione. Perciò tutti gli attori (governo, enti locali con la Regione in testa, proprietà indiana della Jsw delle acciaierie) devono essere responsabilizzati e fare la propria parte.

Il governatore toscano Eugenio Giani, nominato commissario al rigassificatore, ha inviato un memorandum al ministro Cingolani; venerdì ci ha messo la faccia ed è andato a Piombino, in consiglio comunale a prendere il no unanime e i fischi di migliaia di persone sotto il Comune. Giani annuncia di non indietreggiare: le richieste nel memorandum devono essere accettate e la nave deve stare in porto al massimo tre anni. Non si cambia di una virgola. Un primo passo verso una nuova speranza per Piombino.