Cosa succede nel mondo del vino?

A parlarci delle ultime tendenze del settore vitivinicolo i Italia e nel mondo è l'analista fiorentino Leonardo Comucci, presidente dell'associazione culturale "Il Santuccio"

Leonardo Comucci

Leonardo Comucci

Firenze, 26 settembre 2022- “Un consumo più attento e consapevole, sempre con un occhio rivolto anche al portafoglio, spesso alla ricerca di un prodotto il più possibile naturale e genuino”. Sembrerebbe essere questa la tendenza dei consumatori di vino negli ultimi tempi. L'analista Leonardo Comucci racconta anche a La Nazione che, nonostante la crisi internazionale portata dal drammatico mix di pandemia e guerra, persiste nicchia di consumatori collezionisti - e forse anche investitori - che frequenta le aste internazionali per accaparrarsi prestigiosi lotti prevalentemente delle maisons francesi o delle famose etichette italiane che continuano ad aumentare di valore. “Ad Hong Kong, nuovo palcoscenico del vino internazionale, le aste di vini pregiati si susseguono con valutazioni sempre più sorprendenti -spiega Comucci- con lotti venduti per migliaia, o addirittura centinaia di migliaia di dollari. Cifre che evidenziano il forte divario economico che si sta allargando in maniera sempre più preoccupante tra i Paesi colpiti dalla crisi e i colossi economici dei “nuovi ricchi” che avanzano senza freni.Tendenza oramai consolidata da anni, soprattutto per gli appassionati di vino del terzo millennio, è però anche la ricerca di degustazioni enoiche di vini particolari, nuovi, originali, con un'attenzione particolare ai produttori che seguono tutte le fasi, dalla coltivazione all’imbottigliamento e che, soprattutto, scelgono di non trattare le uve o i terreni, optando per una vinificazione ed un affinamento poco laboriosi”. Si affaccia dunque la riscoperta di antiche metodologie, alla ricerca di sapori e di profumi perduti. Qualche esempio? “I vini affinati in anfore di terracotta (anche se il termine più corretto da utilizzare sarebbe quello georgiano di qvevri), che ormai da molti anni vengono utilizzate da alcuni vignaioli, con risultati interessanti anche qui in Toscana. Un altro esempio sono i vini prodotti non soltanto da uve provenienti da coltivazioni biologiche, bensì secondo i principi della biodinamica: si tratta di una filosofia produttiva che fa riferimento a quanto scritto ed insegnato dal filosofo Rudolf Steiner all’inizio del ‘900, che segue rigorosamente i ritmi delle fasi lunari e che consente il solo utilizzo di prodotti naturali, preservando l’ecosistema. Diciamo una base scientifica con un buon marketing che aiutano i produttori ad avere un prodotto più appetibile sul mercato, con un occhio alla natura e ad un futuro ecosostenibile”. È così importante il marketing per il settore vino? “Fondamentale, così come la presenza sul web. Una degustazione di successo non comincia infatti con lo stappare la bottiglia, ma con la promozione dell’evento: promozione che oggi è fondamentale fare anche sul web. Social media aggiornati, sito web user friendly e newsletter interessanti sono i tre elementi fondamentali per assicurarsi di avere comunicato in modo efficace un evento o un servizio di degustazione, e di avere raggiunto una buona parte di potenziali clienti. Non solo, anche quando la degustazione in sé è terminata il processo di comunicazione può continuare: pubblicare ad esempio sul proprio sito web o sulla propria pagina Instagram le foto di un evento speciale e dei suoi partecipanti può portare a creare un maggior engagement dei propri clienti e raggiungerne potenzialmente di nuovi”. Fuori dal web invece quali sono le nuove tendenze di marketing? “Anche la degustazione segue nuove tendenze, soprattutto per i produttori. Pic nic in vigna, giornate di vendemmia aperte al pubblico, passeggiate tra le viti: è il così detto marketing esperienziale, e può diventare un elemento capace di cambiare le carte in tavola nel gioco della degustazione. Coinvolgere il pubblico e farlo davvero “entrare” all’interno della propria azienda, magari anche personalizzando le bottiglie per eventi speciali, regala ricordi unici e crea una fidelizzazione di lungo periodo per i propri clienti”. Vino e abuso del vino. Due facce della stessa medaglia? “Il problema non è il vino, la cui quantità bevuta mediamente dagli adulti italiani corrisponde al consumo di riferimento standard, piuttosto il problema vino per una fascia di età, quella giovanile, legata all’abitudine all’aperitivo alcolico e dello “sballo” a tutti i costi. Il vino alcol free è entrato a gran voce fra le ultime tendenze globali. Personalmente ritengo che l'obiettivo del vino alcol free è portare il frutto della terra a persone che fino ad oggi non hanno mai bevuto alcol e permette ad una popolazione che nella sua tradizione non ha mai utilizzato l’alcol, di creare la possibilità di assaporare, soprattutto al pasto, un qualcosa che sia più amabile di una cola, di un tè, di un' aranciata o della semplice acqua. Da qui l'idea di offrire per la prima volta un prodotto vinicolo a persone che normalmente non ne fanno uso, ma dal gusto necessariamente diverso. In quest'ottica si capisce che i vini alcol free non sono diretti concorrenti del vino tradizionale, ma prodotti paralleli che non faranno altro che aumentare la produttività viti-vinicola complessiva”. Guardando un po’ più lontano che cosa succede nei Paesi asiatici? “Molto presto, probabilmente già nel 2024, aprirà un grande museo dedicato al vino a Pechino, in Cina. E questa è già di per sé una buona notizia, perché il contesto economico e geopolitico del gigante asiatico per il mercato del vino non è dei migliori e un progetto del genere può rivelarsi fondamentale per riaccendere l’entusiasmo e l’interesse per il comparto. Si chiamerà “Universal Wine Museum” il cui progetto risale al 2018, e occuperà un’area di 18.000 metri quadrati, di cui 3.500 destinati alle esibizioni permanenti”. Caterina Ceccuti