Zeus, guarito dopo lo choc del lutto

Anche gli animali soffrono se viene a mancare un loro amico. Ecco una storia che fa capire molte cose

Zeus, giovane Amstaff rednose,  insieme a un altro cane

Zeus, giovane Amstaff rednose, insieme a un altro cane

Firenze, 9 maggio 2021 - Gli animali soffrono per i lutti? Certamente, dal momento che sono esseri senzienti. Ecco il racconto di una nostra lettrice, Rossella Gori, educatrice cinofila e dog sitter. "Questa è la storia di Zeus, un giovane Amstaff rednose che vive a Sydney, Australia. Ho conosciuto Zeus quando lavoravo al For Dogs Sake, un meraviglioso asilo per cani a Sydney. La sua padrona un giorno venne da noi all’asilo, disperata, perché da un po’ di tempo Zeus era diventato aggressivo nei confronti degli altri cani e delle persone, e si rifiutava di stare solo in casa, abbaiava disperato ogni volta che la sua padrona usciva. Secondo le regole locali, se i vicini di casa avessero presentato al Comune una ’lamentela’ ufficiale, il cane avrebbe potuto addirittura rischiare la soppressione. Abbiamo chiesto alla signora se fosse cambiato qualcosa nella vita di Zeus nell’ultimo periodo, e lei ci ha detto che l’ altro suo cane, fratello inseparabile di Zeus, era morto poche settimane prima. Ecco cosa aveva il povero Zeus. Era depresso, era triste, era disperato per la mancanza del suo fratello a quattro zampe, era in lutto... e sfogava questa sua rabbia, questa sua frustrazione, sul mondo. Un cane, per essere ammesso all’asilo, deve, ovviamente, andare d’accordo con i suoi simili, ma io e le altre due educatrici non ci pensammo due volte: dicemmo alla sua padrona che Zeus era il benvenuto, che ci avremmo lavorato e che avremmo quantomeno tentato di riabilitarlo. Per le prime due settimane, lo tenemmo in un recinto da solo con dei giochi e una di noi, a turno, entrava nel recinto con lui. Il nostro scopo era fargli acquisire nuovamente fiducia nell’essere umano, fargli capire che noi, “le persone”, potevamo essergli di aiuto, che avevamo il potere di farlo stare meglio attraverso l’affetto, i giochi e gli esercizi, invece che essere oggetti di sfogo per la sua rabbia. I primi giorni riuscivamo semplicemente a stare sedute in terra nel recinto, poi piano piano Zeus cominciò ad avvicinarsi un po’, e poi ad accettare del cibo, e infine finalmente a farsi accarezzare. Dopodiché, cominciammo ad introdurre nel recinto alcuni cani, dal temperamento mite ed equilibrato, uno alla volta, i primi giorni per pochi minuti solamente, poi sempre più a lungo... Nel giro di 3 mesi, Zeus era diventato un altro cane! Vitale, giocherellone, perfettamente inserito nel branco e partecipe ad ogni attività dell’asilo! Era di nuovo felice. Zeus mi ha insegnato che non bisogna arrendersi, e che con pazienza e amore si può veramente cambiare (o, come nel suo caso, donare nuovamente) la vita dei nostri amici a quattro zampe".