
Lorenzo Calamandrei, segretario Federcaccia San Casciano
Firenze, 19 febbraio 2016 - Adesso ci si mette anche il Crc (Comitato residenti campagne del Chianti Fiorentino) che, proprio nei giorni nei quali è stato approvata una legge per il contenimento degli ungulati, è scesa in campo in difesa dei cinghiali. Il Comitato se l’è presa con una presunta lobby dei cacciatori in favore dei quali sarebbero stati varati i provvedimenti in questione e ha paventato addirittura rischi per l’incolumità dei residenti.
Premesso che su quella legge le associazioni dei cacciatori hanno espresso forti perplessità, l’obiettivo, condivisibile, è dettato dalla necessità di far fronte al sempre crescente sviluppo della popolazione di ungulati che creano da tempo ingenti danni all’agricoltura, sono fonte di rischio non trascurabile per la sicurezza stradale oltre a creare innumerevoli danni all’ecosistema.
Da giorni ormai è un continuo attacco da parte di associazioni di ambientalisti/animalisti che creano allarmismi infondati e distorti sugli obiettivi della legge e sul ruolo che i cacciatori sono chiamati a svolgere. L’enorme popolazione di ungulati, caprioli e cinghiali in particolare, non è più sostenibile dalla campagna toscana e in particolare nel Chianti. Come Federcaccia di San Casciano vogliamo rassicurare chi vive in questi territori: nessuna guerra senza regole agli ungulati e nessun abbattimento incontrollato è mai stato e mai sarà praticato.
Servono misure urgenti per far fronte a una situazione incontrollabile e in questo contesto il ruolo dei cacciatori è decisivo. Chi vive le campagne, da esse ne trae il sostentamento e che purtroppo tutti i giorni deve fare i conti con i danni causati da questi animali non ha bisogno delle rassicurazioni superflue di cui sopra. I ripetuti attacchi al mondo venatorio spesso esprimono non il disagio ma un certo egoismo nel difendere prerogative conquistate e ben collocate in un ambiente che altri hanno, a vario titolo, costruito e mantenuto.
* Segretario Federcaccia San Casciano