Il mago dell’evasione: arrestato consulente dei super deejay. Truffa da 100 milioni

Butselaar ai domiciliari in Umbria su mandato del Dipartimento di Stato Usa. È accusato di essere l’artefice di raffinati sistemi per aggirare il fisco. Fra i clienti anche nomi famosi della musica dance internazionale, tra cui Tiesto e Afrojack

Nick van de Wall, in arte Afrojack, è stato per un periodo residente fiscale negli Usa

Nick van de Wall, in arte Afrojack, è stato per un periodo residente fiscale negli Usa

Perugia, 6 aprile 2023 – Secondo gli investigatori americani è una sorta di mago mondiale dell’evasione fiscale, attuata attraverso il cambio dei beneficiari dei trust nelle isole indipendenti del canale della Manica, un Mister Wolf della truffa, che nel carnet dei suoi clienti vip vanta due tra i deejay più pagati sul pianeta, Tiesto e quell’Afrojack marito della rampolla d’oro Elettra Lamborghini. Frank Butselaar, 64 anni, avvocato nato nei Paesi Bassi, studio prestigioso ad Amsterdam, è finito agli arresti in Umbria in esecuzione di un mandato provvisorio del Dipartimento di Stato americano per avere orchestrato una maxi truffa da 100 milioni di dollari ai danni dello Stato, studiando sofisticati sistemi di evasione fiscale internazionale.

Butselaar è nella sua abitazione di Valfabbrica, paese umbro di tremila anime, la casa delle vacanze intestata a una delle sue società, agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di estradizione davanti alla Corte d’Assise di Appello di Perugia che deve decidere, carte alla mano, se dare parere favorevole alla richiesta americana. Se condannato, rischia otto anni di carcere. Secondo l’accusa, tra il 2012 e il 2018 Butselaar, insieme ad altri, avrebbe gestito "sofisticati schemi di evasione fiscale a livello mondiale - è scritto nel documento della Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’Interno, acquisito agli atti del processo - per clienti con un elevato patrimonio netto che in genere percepivano redditi da tutto il mondo". In particolare l’indagato "è stato il consulente che ha progettato le strutture fiscali per Tijs Verwest, alias Tiesto e Nick van de Wall, alias Afrojack, due dei deejay di musica dance elettronica che hanno guadagnato più al mondo e sono stati residenti fiscali negli Stati Uniti per almeno una parte del periodo in questione".

Secondo gli investigatori americani, Butselaar - difeso dagli avvocati Vincenzo Maccarone e Ivo Fagiolari - "ha progettato una struttura in cui Tiesto e Afrojack avrebbero raccolto i redditi guadagnati negli Stati Uniti in una Llc (Limited liability company, ndr) e i redditi guadagnati al di fuori degli Usa, in una società con sede a Cipro. Quest’ultima era tenuta a sua volta da un trust di Guernsey (l’isolotto inglese). Il processo penale si basa su prove significative e altamente incriminanti - è scritto - In primo luogo ci sono le ammissioni di Butselaar tramite mail", in merito al piano di creazione di un "beneficiario illegale e al suo scopo di evitare le imposte statunitense". Occorre dunque "seguire il denaro" per capire certi business, e così hanno fatto anche gli inquirenti, riuscendo a ricostruire il sistema di scatole cinesi del trust, nascosto dietro lo scudo di un prestanome. Butselaar avrebbe organizzato "una strategia di evasione - si legge nel dossier della Corte di Appello di Perugia - per evitare di dichiarare il reddito d’oltreoceano", facendo in modo che i due deejay "cambiassero il beneficiario del loro trust (a un membro della famiglia, ndr ) per evitare gli obblighi di dichiarazione negli Stati Uniti". Tiesto e Afrojack si sono dichiarati estranei alle presunte manovre fiscali di Butselaar, anche se in alcuni documenti di proprietà del consulente olandese, emerge che entrambi i deejay "avessero il pieno controllo delle società cipriote che raccoglievano i redditi percepiti negli Stati Uniti".

Le accuse hanno colto di sorpresa il consulente olandese (il mandato d’arresto è datato novembre 2022 ma eseguito solo ora su suolo italiano), che tramite i suoi avvocati ha fatto sapere di non essere "mai stato a conoscenza dell’esistenza di un’indagine da parte del governo Usa", chiarendo il complesso sistema fiscale e ritenendo che le imposte erano state correttamente versate in Olanda. Mentre gli staff dei due deejay, contattati da La Nazione , non hanno fornito risposta alcuna.