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Traslocano tritoni, salamandre e rane temporarie: Consorzio al lavoro contro il rischio idraulico

L’intervento interessa il fosso della Bernardina e il fosso di Camaldoli

salamandra

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Arezzo, 29 luglio 2025 – Dopo i pesci, anche salamandre pezzate, una cinquantina di tritoni e numerose rane temporarie hanno provvisoriamente cambiato casa.

Il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno infatti, prima di dare ufficialmente il via al maxi cantiere per il ripristino delle briglie montane sul Fosso della Bernardina e sul Fosso di Camaldoli, ha trasferito con cura gli anfibi che popolano le acque dei due tratti.

Siamo a Poppi, nei pressi della SP 69 dell’Eremo di Camaldoli, nel cuore del Casentino, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e della Riserva Naturale Biogenetica, dove è stato programmato un intervento rilevante per la messa in sicurezza del territorio e, proprio perché inserito in un contesto di pregiato valore ambientale, estremamente delicato.

Qui, più che in altri luoghi, infatti, è d’obbligo coniugare la manutenzione idraulica al pieno rispetto degli ecosistemi locali, ricchi e vari.

“La tutela della biodiversità, che da sempre accompagna l’attività del nostro Ente, in questo caso, è stata posta come priorità assoluta fin dalle primissime fasi del progetto”, spiega la Presidente Serena Stefani.

“Prima dell’apertura del cantiere, è stato effettuato un attento monitoraggio dell’alveo e delle zone limitrofe, che ha permesso il salvataggio e il trasferimento in sicurezza di numerose specie di anfibi, particolarmente sensibili alle alterazioni dell’habitat fluviale”, commenta l’ingegner Enrico Righeschi dell’Ufficio Difesa del Suolo e referente della Unità Idrografica Omogenea Casentino.

“Tutti gli esemplari sono stati ricollocati in ambienti idonei, così da garantire la prosecuzione dei lavori in condizioni di piena compatibilità ecologica”, continua e conclude: “Il cantiere, seguito dai tecnici del Consorzio, che curano direttamente progettazione, direzione dei lavori, autorizzazioni e valutazione di incidenza ambientale, con un approccio integrato tra ingegneria naturalistica e salvaguardia della fauna, ha così potuto entrare in funzione”.

“Si tratta di un intervento strategico e irrinunciabile per la sicurezza idraulica, diventato anche un modello di attenzione e cura nei confronti degli ecosistemi appenninici, un esempio concreto di come l’attività svolta dal Consorzio per la mitigazione del rischio può essere pienamente compatibile con la tutela degli ambienti naturali più fragili e volta a una gestione responsabile e sostenibile del territorio montano”, sottolinea la Presidente Stefani.

Per consentire lo svolgimento in sicurezza delle operazioni è stata disposta la chiusura temporanea del sentiero CAI n. 74, che collega Camaldoli a Monte Faggiolo.

“Purtroppo abbiamo dovuto vietare l’utilizzo di questo importante tracciato escursionistico, che si snoda attraverso le foreste casentinesi, tocca ambienti ricchi di biodiversità, offre scorci di grande valore paesaggistico ed è molto utilizzato da escursionisti, naturalisti e pellegrini diretti all’Eremo di Camldoli – giustifica Righeschi -. L’ordinanza, emessa dai Carabinieri Forestali del Reparto Biodiversità di Pratovecchio, resterà in vigore fino al 31 agosto 2025, o comunque fino al completamento delle prime due opere idrauliche”.

“Purtroppo è stata inevitabile la chiusura del sentiero: escursionisti e visitatori, avvisati dai segnali apposti, temporaneamente stanno utilizzando percorsi alternativi consigliati dal CAI. Possiamo assicurare che la riapertura avverrà non appena saranno ripristinate le condizioni di piena sicurezza per il transito. Comprendiamo il disagio, ma, per contro, vogliamo far comprendere il valore e l’importanza di questo irrinunciabile intervento, esempio concreto – conclude Stefani - di integrazione tra opere idrauliche, salvaguardia ambientale e fruizione sostenibile del territorio, che si pone l’obiettivo di restituire alla collettività un ambiente più sicuro e ancora più ricco di valore ecologico”.