ILENIA PISTOLESI
Cronaca

La politica più difficile. "Noi sindaci di frontiera nei piccoli Comuni dove tutto è in salita"

In Toscana sono moltissimi i centri con poco più di mille abitanti. Gli esempi di Chianni, Lajatico e Peccioli, tutti in provincia di Pisa. Ricandidarsi per il terzo mandato? Sì, no, forse: non c’è la calca

Uno scorcio di Chianni durante una cena dedicata agli ospiti stranieri

Pisa, 9 marzo 2024 - Piccolo è bello. Ma non sempre le parole che hanno dato il titolo al famoso libro dello storico economista tedesco Ernst Friedrich Schumacher sono vere. Almeno quando piccolo è legato alla dimensione dei Comuni a caccia di nuovi amministratori. A giugno in Toscana andranno al voto 183 città, ma a distanza di tre mesi ci sono realtà dove ancora non si è trovato un candidato. La dinamica è la stessa: si tratta di piccoli Comuni dove non sembra essere così appetibile diventare primo cittadino. Piccola è la comunità da amministrare, ma i problemi non si riducono in base alla demografia. Anzi. Ecco perché è così difficile trovare persone che si mettono in gioco per pura passione politica. Quasi impossibile, poi, trovare giovani che spesso, per motivi di lavoro, lasciano le piccole comunità e migrano altrove. Complicato anche convincere professionisti costretti a congelare, almeno per cinque anni, un lavoro e uno stipendio magari di un certo livello dovendosi accontentare di cifre inferiori. Tutto questo messo insieme, e il gioco è fatto. Si cercano candidati sindaco. Il tempo stringe e le liste sono ancora bianche.

La Toscana, terra di ramificazioni amministrative dove resistono Comuni con meno di mille anime, squarcia un velo di smarrimento nel cammino che porterà alle elezioni del prossimo giugno in cui si rinnoveranno i governi locali. Ci sono troppe spine da togliere alle urgenze, vedi trovare un candidato. Un nome, una persona pronta a immolarsi alla causa, sia essa di centrosinistra, di centrodestra o civica. Vuoi perché parliamo di pezzi interi di province dove i borghi si spopolano in maniera inesorabile; vuoi perché i sindaci, nei paesi, non snocciolano il canonico rosario del mestiere ma si ritrovano, spesso in solitaria, a gestire lo Zibaldone infinito di problemi. Ma c’è anche un altro fatto, pacifico: il divario fra due galassie, i linguaggi della politica e l’abbecedario dei cittadini, Due mondi paralleli che faticano a ritrovarsi nella stessa linea di dialogo. Qui Lucchesia, in Garfagnana: siamo in un Comune di 1.200 abitanti, Villa Collemandina. Ed ecco spuntare un solo candidato. Ma in questo fazzoletto di terra costellato da Comuni che arrivano a tremila abitanti, c’è già chi volge lo sguardo verso il passo per un terzo mandato.

La provincia di Pisa, in particolare, resta il territorio dove la campagna elettorale, nei borghi s’intende, stenta nel suo decollo per una sequela di incertezze dettate anche dal fresco quadro legislativo che consente la possibilità di un terzo mandato per i Comuni fino a quindicimila abitanti.

Se la nuova legge pareva, in potenza, facilitare candidature per gli attuali primi cittadini, in atto c’è chi ancora rimugina, si arrovella. Pur avendo governato per due lustri. C’è poi, come detto, l’impegno a 360 gradi per un sindaco di un piccolo Comune, che ha gli stessi obblighi di una metropoli come Roma. L’istantanea della provincia di Pisa, chiamata quasi in toto al voto amministrativo, suggella casi in cui latitano ancora nomi, liste, compagini. Prendiamo Chianni, borgo di 1200 abitanti, dove cinque anni fa l’attuale sindaco, Giacomo Tarrini, vinse le elezioni. Perché la sua fu l’unica lista a scegliere di entrare nella mischia elettorale.

E ora? "Sto valutando - dice il sindaco Tarrini, che può per legge candidarsi al terzo mandato - ogni nodo sarà sciolto entro la fine del mese". Insomma, tutt’altro che una ricandidatura liscia e apparecchiata con facilità. La musica non cambia in altri borghi dell’entroterra pisano: a Peccioli il sindaco Renzo Macelloni ancora non scioglie il nodo della riserva sul terzo mandato. A Lajatico, il Comune dove è stata schiacciante la vittoria del no alla fusione con Peccioli nel referendum del dicembre scorso, il sindaco Alessio Barbafieri (Pd) si chiama fuori: "Nessun terzo mandato. Non mi ricandido per varie ragioni, tra cui un percorso di dieci anni per il quale oggi servono energie nuove. Credo ancora che la proposta legata alla fusione con Peccioli fosse un’opportunità, ma il cittadino è sovrano e si è espresso in maniera chiara".

E nelle altre province toscane puntellate da piccoli Comuni? In provincia di Siena appare più affannoso il cammino della ricerca dei candidati in casa centrodestra, mentre nella provincia di Grosseto le caselle vanno mano a mano riempiendosi.