Pisa, 26 febbraio 2024 – Le urla , le lacrime e il fuggi fuggi. I ricordi negli orari, nel prima e nel dopo, sono ancora un po’ confusi. Francesco, studente 18enne dell’Itis Da Vinci, era alla manifestazione pro Palestina – "non autorizzata", ha spiegato il questore, "spontanea", ribattono gli organizzatori (varie sigle) –: venerdì mattina è stato tra i giovani feriti dopo la carica della polizia davanti al liceo artistico Bussoli di Pisa. Al pronto soccorso, dove sono passati 15 ragazzi in totale e due funzionari delle forze dell’ordine, ha ricevuto cinque giorni di prognosi per un lieve trauma cranico e contusioni.

Appartiene a qualche organizzazione?
"No. Ero là come singolo cittadino a supporto della causa palestinese".
E in passato?
"Ho partecipato a iniziative di ’Scuole in rivolta’".
Lei in che punto del corteo si trovava?
"Nelle prime file".
Una volta arrivati in piazza San Frediano, che cosa è successo?
"C’era già la Celere con dietro una camionetta che sbarrava la strada".
Poi?
"C’è stato uno scambio tra gli organizzatori e le forze dell’ordine. Non ci facevano passare per andare in piazza dei Cavalieri".
Che ora era?
"Le 10 passate. Aspetti, no, le 9.51, ho girato un video e quindi ho l’orario preciso".
Non ha filmato le cariche però.
"No, perché sono stato coinvolto subito e me ne sono andato".
Quelle riprese in uno dei video che circola, dove si sente ‘sbirri di m...’ e si vede il poliziotto cadere?
"Non ho assistito direttamente, ma sì, è successo nei primi momenti. Le reazioni sono state varie: chi gridava, chi offendeva, qualcuno piangeva perché vedeva altri menati".
Lei dove è stato colpito?
"So che sentivo dolore al polso".
Gli altri intorno a lei?
"In generale volevamo solo salvaguardarci. Una ragazza, le immagini hanno fatto il giro del web, è stata manganellata forte in testa e sanguinava. È arrivata l’ambulanza".
Ci sono altre immagini, che si vedono sui social, di ragazzi con le mani alzate. Secondo lei è stato prima o dopo le scene dei manganelli?
"Prima".
Era la sua prima volta a una manifestazione?
"No. Ma è stata la prima volta che mi sono ritrovato in una situazione del genere. Ci aspettavamo la Celere, che è stata presente nelle ultime manifestazioni simili. È successo perché l’iniziativa era pro Palestina, altrimenti non sarebbe andata così".
Ma lei ha visto dare un ordine di carica da qualcuno?
"No".
Dopo le botte è tornato a casa? Che cosa le hanno detto i suoi genitori?
"Erano preoccupati, arrabbiati e delusi dalle autorità".
Antonia Casini
Ha collaborato Giulia De Ieso