Schiavi nei campi per un euro l’ora. Caporalato, una piaga senza fine

Dieci arresti dei carabinieri: sfruttavano pakistani e bengalesi ospiti del Centro di accoglienza "Erano costretti a lavorare scalzi negli oliveti e nei vigneti anche per appena 97 centesimi".

Schiavi nei campi per un euro l’ora. Caporalato, una piaga senza fine

Schiavi nei campi per un euro l’ora. Caporalato, una piaga senza fine

"Nessun problema se il terreno è bagnato per la grande pioggia degli ultimi giorni, si può andare ugualmente nei campi perché i miei uomini lavorano scalzi". Prende il nome da queste parole l’operazione “Piedi Scalzi“ dei carabinieri del comando provinciale di Livorno e del Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro su ordine della Procura labronica.

Dieci persone arrestate per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nei confronti di 67 extracomunitari pakistani e bengalesi tra i 30 e i 56 anni ospiti del Centro di accoglienza straordinaria di Riotorto, nel comune di Piombino, gestito dalla cooperativa Caravelle, risultata estranea ai fatti. Il caporalato sembra aver messo radici anche in Toscana e in Umbria. Un mese fa un imprenditore arrestato e cinque indagati perché costringevano stranieri a lavorare per 10 ore al giorno nei campi delle province di Arezzo, Grosseto e Siena in cambio di pochi euro. Due anni fa, un’indagine della Finanza su centinaia di stranieri sfruttati proprio in Val di Cornia.

"A Riotorto venivano prelevati di buon mattino e, a bordo di furgoni, portati nei campi in provincia di Livorno, Grosseto e Siena per coltivare ortaggi, oliveti e vigneti anche per 97 centesimi l’ora – spiega il comandante provinciale dei carabinieri, Piercarmine Sante Sica –. I titolari delle ditte, alle quali i committenti (non coinvolti nell’inchiesta) richiedevano servizi, sono pakistani e utilizzavano la manodopera in maniera illecita sfruttando lo stato di estremo bisogno dei loro connazionali".

Dure le reazioni del mondo politico con il capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari che chiede al ministro Lollobrigida di "convocare un tavolo di lavoro con le forze interessate e adottare un piano strategico per l’agricoltura italiana".

L’impegno del Governo è stato richiamato dal sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra: "Immigrati che sfruttano altri immigrati, con paghe da schiavi e senza nessuna forma di tutela lavorativa, sono quanto di più lontano dal concetto di legalità che il governo Meloni intende affermare con una forte attività di informazione, prevenzione e di repressione".

Ma sono state le parole del sottosegretario all’Interno Wanda Ferro a innescare la polemica: "Dietro alla retorica dell’accoglienza si nasconda una realtà di sfruttamento e di degrado che nulla ha a che fare con la solidarietà". Secco il parlamentare toscano del Pd Marco Simiani: "Chi rappresenta questo governo ha anche il coraggio di fare sciacallaggio sulla pelle degli immigrati sfruttati".

Michela Berti