Sanità, Toscana a caccia di soldi. Ticket aggiuntivo sui farmaci. Tesoro (45 milioni) dai più ricchi

L’ipotesi allo studio della Regione dopo l’accelerazione richiesta dal Pd più a sinistra Fossi, neo segretario dem, aveva parlato di "scelte coraggiose". Giani studia le possibilità

La Regione Toscana è a caccia di fondi da destinare alla sanità. E’ allo studio un ticket aggiuntivo sui farmaci:  si pensa di ricavare un tesoretto di 45 milioni di euro dalle fasce più abbienti della popolazione

La Regione Toscana è a caccia di fondi da destinare alla sanità. E’ allo studio un ticket aggiuntivo sui farmaci: si pensa di ricavare un tesoretto di 45 milioni di euro dalle fasce più abbienti della popolazione

Firenze, 18 marzo 2023 – La Toscana studia due manovre per reperire più fondi in sanità: l’introduzione di un ticket sui farmaci per la compartecipazione in base alla fascia di reddito. Ma non solo, si sta decidendo su più azioni di recupero dall’evasione del ticket da parte dei codici minori (i 4 e 5 - i vecchi azzurri e bianchi) che hanno ricevuto prestazioni al pronto soccorso. In base alla legge regionale devono pagare fino a 50 euro, a seconda del reddito. Ma nonostante si tratti circa del 45% di tutti gli accessi al pronto soccorso, nelle casse regionali arriva poco più di un milione l’anno. Manovre impopolari? Non per il deputato e neosegretario Pd regionale, Emiliano Fossi che indica tra le priorità toscane una "svolta sulla sanità". Per mantenere in piedi il sistema pubblico che zoppica. E per renderlo più efficiente come ha sottolineato nell’intervista a "La Nazione". Perciò sono necessari fondi. Da trovare. Perché dalla pandemia i costi della sanità sono lievitati: i trasferimenti dallo Stato sommati a quelli che storicamente venivano stanziati dalla Regione non bastano più. Il saldo passivo è di circa mezzo miliardo l’anno. Una cifra sostanziosa per un bilancio regionale sui sette miliardi e mezzo.

Oltre a bussare al governo dunque è necessario intervenire a livello locale. Per Fossi potrebbero servire "scelte coraggiose" che non sempre sono popolari. E il governatore toscano Eugenio Giani va sempre molto cauto sulle scelte impopolari.

Cos’ha in testa Fossi? "Il governo regionale è stato bravo a gestire il dissesto delle entrate – dice – Ma non vogliamo riorganizzare la sanità soltanto razionalizzando la spesa, piuttosto pensare pensare al tema della compartecipazione dei costi da parte di cittadini che hanno di più".

Una minipatrimoniale sul ticket. Ma reintrodurre il superticket su visite ed esami abolito con legge finanziaria del governo dal primo settembre 2020 non è possibile senza una legge nazionale. Era entrato in vigore nel 2011 e ogni Regione aveva avuto facoltà di declinarlo in modo differente. In Toscana era proporzionale al reddito e poteva arrivare a 30 euro di maggiorazione per una visita per i redditi superiori a 100mila euro.

"Al presidente ho ribadito la massima collaborazione del Pd", dice Fossi. E infatti allo studio c’è l’introduzione di un ticket aggiuntivo sui farmaci, progressivo in base al reddito, che in base ai calcoli potrebbe portare nelle casse della Regione un gruzzolo da 45 milioni (nella legge regionale potrebbero essere decise tutte le esenzioni in base a età, patologia e reddito). Pagherebbe, insomma, chi ha maggiore disponibilità. Sono già intervenute con manovre di questo tipo sui farmaci, la Lombardia che rastrella ogni anno 118 milioni, il Veneto che ne raccoglie 55, la Liguria 17, il Lazio 20, la Campania 72, la Puglia e la Sicilia 43. L’Emilia Romgna ha scelto un’altra strada, che porta nelle casse 100 milioni all’anno con una tassa di scopo per la non autosufficienza. Le Regioni per aumentare gli introiti hanno due possibilità: intervenire con tasse di scopo su Irpef, Irpet e bollo, oppure sul ticket sanitario.