L’incubo di prenotare una visita, mezz’ora di attesa al telefono. "Il Cup così non va"

Parte una nuova lettera di richiamo alle Asl. Anche per frenare la grande fuga verso il sistema privato

Pronto soccorso sotto assedio, la rete sanitaria non soddisfa tutte le richieste

Pronto soccorso sotto assedio, la rete sanitaria non soddisfa tutte le richieste

Firenze, 22 gennaio 2023 - La sanità fatica a intercettare il bisogno di salute dei cittadini prima che si trasformi in urgenza. Anche per questo, per la difficoltà di rispondere alle esigenze al momento opportuno, alla fine tante persone si rivolgono ai pronto soccorso, che ormai da poli dell’emergenza si sono trasformati in affollatissimi centri sociosanitari. "Inaccettabile che i cittadini trascorrano una giornata al telefono per prenotare una visita o un esame, o che venga loro risposto di richiamare mesi dopo perché che le liste sono chiuse". Così parlò Federico Gelli, direttore generale dell’assessorato alla salute. Era il 29 dicembre scorso. Il giorno dopo la Regione fece partire una letteraccia indirizzata a tutte le Asl con una richiesta precisa: concentrare le forze sui centralini dei Centri di prenotazione per risolvere il problema. Non facile. Ma nemmeno impossibile. Come non sarebbe impossibile riuscire ad abbattere il male oscuro delle liste d’attesa che, seppur migliorato, è ben lontano da livelli non solo ottimali, ma anche accettabili.

Insieme alle lettere alle aziende sanitarie la Regione ha fatto partire anche un sistema di monitoraggio per verificare i tempi di attesa telefonici ai vari Cup. E a tre settimane di distanza l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini ha fatto fare una verifica a campione. "Ancora non ci siamo", ha detto a conclusione del test. E quindi domani partirà una nuova lettera di richiamo alle Asl. Una circolare in cui queste ultime saranno avvisate che il servizio è sotto monitoraggio e che c’è ancora molto da fare per migliorare i tempi di risposta. "In alcune realtà abbiamo già notato un miglioramento – spiega Bezzini – Ma in molte altre il miglioramento non è ancora a livello ottimale".

Quanto si aspetta al telefono? Dipende dai giorni, dall’orario e dalle zone. Ma prima che un operatore agganci la telefonata succede anche che si trascorra più di mezz’ora ascoltando snervanti messaggi registrati. Anche questo problema dell’inaccessibilità del Cup telefonico concorre alla dispersione di un numero elevato di cittadini dal sistema sanitario pubblico. Succede che un numero significativamente alto, praticamente tre-quattro cittadini su dieci con la prescrizione medica in mano, non riesca a prenotare la visita o l’esame di cui ha necessità. Una cosa che risulta dal monitoraggio che la Regione effettua quindicinalmente per il governo delle liste d’attesa. Verosimilmente molti rimbalzano contro il muro delle liste chiuse che non dovrebbero esistere, ma che purtroppo ci sono. Tanti si arrendono alle code telefoniche. Altri (i più giovani) prenotano online, ma il sistema è ancora poco reattivo. Che fine fanno le persone che non riescono a prenotare? Chi può si rivolge al privato. Chi ha meno possibilità al privato sociale che ha costi più accessibili. Ma tanti sono costretti a insistere, perché soldi non ne hanno. E in questa situazione cosa devono fare gli anziani soli?