LISA CIARDI
Cronaca

"Riscaldamento globale, fenomeno esponenziale. Dagli alberi una salvezza"

Le parole del professor Stefano Mancuso, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze

"Riscaldamento globale, fenomeno esponenziale. Dagli alberi una salvezza"

Firenze, 6 luglio 2022 - Passano gli anni, parliamo sempre di riscaldamento globale, ma nulla migliora. come mai?  «Perché  –  dice il professor Stefano Mancuso, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze, direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, scrittore e divulgatore che da anni prova a ribaltare la prospettiva con la quale guardiamo il mondo, mettendo al centro proprio loro: le piante – si continua a sottovalutare l’enormità di un problema che, a detta della scienza, è il più grande mai avuto dall’umanità. Si pensa ancora che riguardi il futuro: invece è oggi. È un fenomeno che può cambiare la storia della nostra specie e c’è chi crede di risolverlo da un giorno all’altro con qualche auto elettrica in più. Poi ci meravigliamo se accadono tragedie come quella della Marmolada». Cosa potrebbe succedere nei prossimi anni?  «Il riscaldamento globale è un fenomeno a crescita esponenziale, un concetto che tutti hanno imparato a conoscere col Covid. Per questo, nei prossimi anni, rischiamo di trovarci davanti a fenomeni enormi».  Che fare allora?  «Continuiamo, da cinquant’anni, a promettere una minor produzione di CO2 e invece le emissioni aumentano. Dobbiamo agire sull’altro lato dell’equazione: se non riusciamo a produrre meno CO2, possiamo assorbirne tanta con gli alberi. Ne dobbiamo piantare quanti più possibile, soprattutto nei centri urbani e dove la CO2 viene prodotta. I crediti di carbonio, nella gestione attuale, servono a poco: non ha senso che un’azienda che produce anidride carbonica in Italia pianti alberi dell’altra parte del mondo, dove oltretutto non sappiamo se crescono o muoiono. Infine qualunque foresta deve diventare intangibile. Tagliare foreste deve essere considerato un crimine contro l’umanità».  Iniziando oggi a piantare alberi saremmo in tempo per rimediare?  «In dieci anni potremmo vedere già i primi effetti, ma dobbiamo fare in fretta e bene. Il G20 aveva appoggiato il progetto di piantare mille miliardi di alberi in 10 anni, ovvero 100 miliardi l’anno: questo sarebbe efficace». Dove andrebbero collocati?  «Lo spazio c’è e se non c’è lo troviamo. Ma dobbiamo cambiare paradigma: non basta qualche pianta in mezzo alla città; al contrario la città deve diventare una foresta abitata. Le piante vanno messe ovunque, anche sugli edifici. È difficile? Sì. È impossibile? No. Quindi va fatto, perché è efficace e l’alternativa resta il disastro. Siamo davanti al più grande problema dell’umanità: non ci sono soluzioni semplici».