Pinguini Tattici Nucleari, Zanotti al Festival di Luce!: “Amo chi lotta per i suoi diritti”

Il frontman di una delle band rivelazione degli ultimi due anni sul palco del Salone dei Cinquecento a Firenze

Riccardo Zanotti (New Press Photo)

Riccardo Zanotti (New Press Photo)

Firenze, 21 ottobre 2023 – Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari è uno dei grandi ospiti sul palco, intervistato da Agnese Pini. Zanotti parla dei diritti accostandoli alla Rivolta dei Ciompi, un momento chiave della storia toscana.

"La rivolta mi affascina, penso a quella rivolta di persone che volevano far valere i loro diritti. L'idea di lottare per dei diritti mi ha sempre molto affascinato. Negli ultimi tempi mi piace constatare come le preoccupazioni delle nuove generazioni siano importanti".

Ci sono rivolte in cui vale la pena credere? "Penso che si possano tutte riassumere in autoaffermazione. Che si parli di etnie, di popoli o altro. Oggi si va molto nella direzione del clima, un sentiment forte nella società di oggi ma ce ne sono molte altre. E' sempre interessante constatare la giuvenoia, il sentimento delle vecchie generazioni verso le nuove: oggi c'è una grande polarizzazione da cosa era ieri e cosa oggi ed è un bene perché la rottura con il passato porta al cambiamento".

Si parla poi di musica impegnata: "Non mi piace il termine impegnato, il pericolo maggiore della musica impegnata è che spesso è poco accessibile. Penso che la musica debba raccontare, che vuol dire denunciare o descrivere. Può anche non cambiare niente la musica. Ma se riesce a regalare qualcosa, in quel caso è un livello ancora più alto. Penso che quel tipo di musica poi ce la portiamo dentro al cuore sempre".

Alle nuove generazioni si contesta di essere concentrati su loro stessi, ma Zanotti non si sente leader vanitoso: "Penso che il concetto di comando debba girare. Anche l'idea di frontman in una band ci deve essere ma non deve essere uno solo. Se siamo in sei ci devono essere sei frontman in modalità diverse a seconda dell'inclinazione di ognuno".

Zanotti ha mai pensato di mollare la musica? "No, perché quando si è in sei ti dai manforte l'uno con l'altro, quando uno vuole abbandonare l'altro arriva a sostenere chi si scoraggia. Abbiamo creato un grande team attorno a noi di amici. Crearsi questo networking ti ripaga perché quantomeno non ti annoi". Per la scrittura delle canzoni "abbiamo un team con i ragazzi della band e tre produttori tra Milano e Bergamo".

Già dalle sue primissime canzoni Zanotti mostrava il suo talento. "Non chiesi ai miei che volevo un cane, glielo cantai perché speravo che in qualche modo me lo prendessero: il potere delle canzoni è fondamentale. La musica può cambiare il mondo. Certo non sono riuscito a cambiare il mondo di fuori a suon di musica e non so se le mie canzoni abbiano questo potere". L'amore è un motore della creatività? "Ogni cosa che faccio nel mio quotidiano la faccio per amore. Sono una persona indolente e ogni volta che mi muovo c'è una ragione pura che mi spinge. Il fatto di prendere la chitarra e scrivere una canzone significa già amore. Imitavo Freddy Mercury e anche l'imitazione è una forma d'amore. L'amore c'è sempre. Parlare d'amore è qualcosa di successivo ma spontaneo e l'ho sempre trovato normale".

Ma in cosa Riccardo Zanotti si sente ancora fragile? “Ci sono paure concrete e metafisiche. Una grande paura che ho è quella del futuro. Da una parte c’è una società che non si capisce dove andrà a finire dal punto di vista del lavoro, di che fine farò. Ho amici che hanno studiato anni e che ora hanno un contratto precario. Se ci penso mi è andata bene, ma l’ansia per il futuro c’è. Poi c’è l’idea di perdere l’equilibrio che abbiamo tra di noi del gruppo, perdendo la nostra direzione. Spero di riuscire a tenere questo rapporto in maniera equilibrata”. E sempre sul lavoro, “Se non avessi fatto il cantante avrei voluto fare il barista lento. Ho fatto il barista ma dovevo andare veloce con le comande, tornando indietro avrei fatto un barista lento. Auguro a tutti di lavorare lentamente”. 

Una mamma fa i complimenti a Riccarzo Zanotti per i testi delle canzoni e chiede dalla platea se capisce quanta responsabilità ha verso i ragazzi. “So che ci sono molte persone che ascoltano quello che diciamo, spero sempre in modo critico, che deve venire dall’educazione dei ragazzi stessi. Cerco di essere integerrimo nella comunicazione e essere chiaro. Non essere particolarmente ambiguo. Ho sempre amato l’ambiguità ma cerco di esserlo un po’ di meno”.