MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Lunezia, la regione che non c’è: “Da Viareggio alle Cinque Terre è come un altro mondo”

Parla Stefano De Martino, patron del premio omonimo, “Che non ha intenti politici”. Si ragiona da decenni di una possibile nuova realtà amministrativa che abbracci, tra le altre, le province di Spezia, Massa Carrara, Parma

Vendemmia alle Cinque Terre

Vendemmia alle Cinque Terre

Firenze, 15 gennaio 2024 - Lunezia, ossia la regione che non c’è. Ma che in molti vorrebbero a quanto pare. Con l’appellativo di Lunezia si indica la regione geografica proposta dal Senatore Giuseppe Micheli in sede di Assemblea Costituente col nome di “Emilia Lunense”.

Lunezia, confini e cenni storici

Oggi con tale termine si identifica, per iniziativa dell’omonima Associazione, quella vasta area padano-tirrenica che comprende i territori emiliani di Parma, Piacenza e Reggio Emilia e quelli lunigianesi della Spezia e di Massa e Carrara, con l’auspicabile estensione ad aree contigue, storicamente legate, quali senz’altro la Lucchesia di Garfagnana e le province padane di Mantova e Cremona (parte sud-est). Cosa vorrebbero i cittadini di queste zone? Una nuova regione che li comprenda, in cui identificarsi e che li rappresenti autenticamente. Ma Lunezia è un termine molto noto anche in ambito musicale grazie al premio omonimo. A raccontarcelo è il patron, Stefano De Martino. Stefano, ci racconta come nasce l’idea di chiamare il premio proprio Lunezia? “Il riferimento a questa regione invocata c’è. Già trent’anni fa il nome Lunezia veniva usato per delle attività lunigianesi. Col premio l’abbiamo reso più famoso”.

Stefano De Martino
Stefano De Martino

A quali attività si riferisce? “Se non ricordo male il termine Lunezia nasce da un gruppo di intellettuali tosco emiliani che durante un loro incontro hanno realizzato l’idea di proporre una regione autonoma che comprendesse parte dell’Emilia, della Toscana, della Liguria. Le popolazioni di questi luoghi avrebbero un’affinità a se stante, per cui sarebbero ben felici di avere una regione autonoma. Per quanto ne so, Lunezia originariamente deriverebbe dalla fusione dei temini Lunigiana e Spezia. Ricordo che esisteva un’attività sportiva, altre aziende avevano questo nome. Poi si è diffuso: ha iniziato a chiamarsi così un panettiere, una squadra di pallavolo, varie attività commerciali utilizzavano questo nome”.

I confini della Lunezia
I confini della Lunezia

Come le è venuta l’idea di adottarlo per un premio? “È una parola bella, aggraziata, che ha portato fortuna al premio musicale, l’unico che non è dedicato a un cantautore scomparso. Il premio nasce in Lunigiana, la parola è legata alla Lunigiana e l’abbiamo adottata per la sua bellezza. Tengo a ribadire: nessun riferimento o ragione politica. La nostra missione è valorizzare la musica italiana, non sposare una causa come questa, di cui si parla da trent’anni ma senza concretizzarla”. Lei cosa ne pensa di questa ‘nuova’ possibile regione? Avrebbe motivo di esistere? “Io sono spezzino e mi sento ligure, però effettivamente basta andare alle Cinque Terre per accorgersi che è già un altro mondo, dal dialetto alla cadenza della parola. Lo stesso vale per l’alta Toscana, l’inflessione del dialetto comincia da Viareggio in poi. Magari effettivamente qualche ragione di questo tipo c’è, esiste”. Se dovesse realizzarsi questa nuova regione, il premio rimarrà tale? “Se un domani si venisse a formare la regione Lunezia, forse per il premio sarebbe anche meglio, chissà. Pensi che la titolarità del nome Lunezia associata al premio, per quanto riguarda il web, è nostra. Per evitare che qualcun altro potesse utilizzare questo termine per qualche altro festival, 29 anni fa il dominio della parola Lunezia lo abbiamo depositato, pagato e acquistato”. Come avete fatto a comprarlo? “All’epoca, si parla di 29 anni fa, la procedura era più semplice, uscivano i primi siti. Alcuni miei collaboratori mi avevano suggerito di acquistare il dominio, e se ne sono occupati loro stessi. In modo tale che nessun altro avrebbe potuto adoperarlo, senza prima interpellarci o pagarci una quota”. Quindi, anche nel caso di una possibile regione, dovrebbero interpellarvi? “È già successo. Siamo stati contattati dall’associazione che sposa la causa della regione autonoma. Ci hanno chiesto come avevamo fatto ad avere la titolarità del nome Lunezia. Lo avrebbero voluto acquistare loro, o almeno concertare con noi il modo di usufruire del dominio. Essendosene occupati i miei collaboratori, non so nel dettaglio cosa questo preveda. C’è uno stadio che si chiama Lunezia, una squadra di pallavolo, un’azienda di caffè che si chiamano così: essendo titolari del dominio non so quali vantaggi legali questo fatto preveda, ma tengo a sottolineare che non ci interessa avanzare delle richieste. Quello che a noi preme, è continuare a valorizzare la musica attraverso il nostro premio”.