Protesi per il seno ritirate. Scattano i controlli speciali

Ospedali toscani: stop alle protesi, visite alle donne operate

Medici durante operazione chirurgica (foto di repertorio)

Medici durante operazione chirurgica (foto di repertorio)

Firenze, 27 dicembre 2018 - Saranno chiamate una a una e sottoposte e a una visita di controllo per verificare lo stato generale di salute: in quell’occasione sarà valutato anche il percorso da intraprendere (se rioperare o sorvegliare) oltre a verificare la necessità di un eventuale sostegno psicologico. L’invito arriverà in tempi rapidi a tutte le donne toscane e anche a quelle residenti in altre regioni che si sono operate in Toscana alle quali sono state impiantate protesi mammarie Allergan, ritirate la settimana scorsa dalla multinazionale su richiesta delle autorità regolatorie francesi, a causa di un possibile legame con l’insorgenza di un tumore raro: il linfoma anaplastico a grandi cellule. Si parla di migliaia e migliaia di donne, perché Allergan dal 2015 (con il provvedimento 909) si era aggiudicata il bando di gara pubblico di Estav poi rinnovato da Estar nel 2017 e dunque le protesi della multinazionale francese erano le uniche utilizzate negli ospedali pubblici e fra le più impiantate anche dai centri estetici privati. Dal giorno successivo al ritiro, in graduatoria è salita la Johnson & Johnson: sono le protesi dell’azienda farmaceutica multinazionale statunitense a essere impiantate adesso.

Il percorso di massima è già stato individuato con un decreto varato a tempo di record dalla Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione che ha istituito un gruppo di lavoro per mappare tutte le donne già sottoposte a intervento con le protesi Allergan ritirate, quelle testurizzate, ovvero ruvide, che venivano scelte proprio per questa loro caratteristica che impediva che si spostassero.

Impossibile al momento avere un’idea del numero esatto delle donne che dovranno essere rioperate e alle quali dovranno essere sostituite le protesi: il conteggio verrà effettuto con una ricognizione dal gruppo di lavoro che oggi si riunirà per la prima volta.

Preoccupati i chirurghi delle Breast unit toscane: «Se veramente tutte le donne con protesi Allergan dovessero essere rioperate, per non bloccare l’attività delle chirurgie della mammella dovrebbe essere assunto personale che si dedica solo a questa attività», si dice in corsia.

La Toscana insomma ha istituito una sorveglianza attiva con un gruppo composto da tecnici, giuristi e chirurghi. I costi dell’intera operazione non graveranno sul bilancio della Regione ma saranno a carico dell’azienda Allergan.