
Il panfilo del re di Las Vegas a aPortoferraio
Portoferraio (Livorno), 27 agosto 2024 – Un altro scafo da sogno campeggia da ieri (26 agosto) nella rada di Portoferraio. È il giocattolo del «
r e di Las Vegas» Steve Wynn, il magnate del gioco d’azzardo fondatore dei più iconici alberghi casinò della «città delle luci» tra cui il lussuosissimo Bellagio, il Mirage, il Treasure Island e il Wynn Las Vegas.Stiamo parlando di uno dei grandi artefici del noto boulevard Las Vegas Strip negli anno ‘90, insieme a Kirk Kerkorian e Sheldon Adelson. A bordo di «Aquarius» - questo il nome del gigantesco panfilo di 92 metri alla fonda nelle trasparenti acque dell’isola d’Elba - naturalmente non manca nulla, dalla pista per elicotteri alla piattaforma per nuoto, garage per i tender, ascensore, piscina e chi più ne ha, più ne metta.
A 82 anni, la storia del visionario boss di Las Vegas è già una leggenda. Oltre ad essere stato riprodotto un episodio della sua vita nel film «Ocean’s eleven» di Soderberg, sembra che all’incredibile sfarzo di effetti speciali della «città delle luci», tra vulcani finti e cascate danzanti, avrebbe contribuito una sua patologia degenerativa agli occhi, la retinite pigmentosa, che gli impediva di mettere a fuoco al buio. Classe 1942, Wynn nasceva da una facoltosa famiglia ebrea in Connecticut e da giovane si trovava a dover far fronte ai debiti del padre che gestiva una catena di Bingo e sale da gioco, rivelando grandi capacità imprenditoriali e lo spirito di un visionario. In poco tempo sarebbe diventato un vero e proprio «squalo degli affari» e uno degli uomini più ricchi d’America. Amico di Donald Trump già dall’epoca in cui erano rivali in affari, quando l’ex presidente degli Stati Uniti era patron del noto casinò «Trump Taj Mahal» di Atalanta, Wynn è stato grande finanziatore e tesoriere del partito Repubblicano statunitense, ma si è dovuto dimettere nel 2018 perché travolto da uno scandalo per molestie sessuali in seguito alle denunce di diverse ex dipendenti che risalivano in gran parte agli anni ’70. Le accuse erano emerse sulla scia del #metoo (il movimento di denuncia di abusi sessuali nato nel 2017 che prendeva il nome dall’hashtag virale, con le accuse di molte attrici di Hollywood al produttore cinematografico Weinstein). Wynn è stato costretto a tagliare i ponti con l’industria e dimettersi da presidente e CEO di Wynn Resorts, la vicenda processuale si è conclusa nel 2023 dopo un caso durato anni e multe di diverse decine di milioni di dollari. Wynn è un filantropo e un appassionato di arte, la sua collezione vanta dipinti di artisti del calibro di Picasso, Monet, Cezanne, Renoir e sculture di Botero e Jeff Koons.