Papilloma virus, ora c'è il test in farmacia

A metterlo a punto sono stati due ex allievi della Scuola Normale di Pisa: Bruna Marini e Rudy Ippodrino

Ricercatori in laboratorio

Ricercatori in laboratorio

Pisa, 7 settembre 2019 - Realizzato il primo test al mondo per la diagnostica del Papilloma virus umano (Hpv) disponibile direttamente in farmacia. Lo rende noto la Scuola Normale Superiore di Pisa, spiegando che a metterlo a punto sono stati due ex allievi Phd della Scuola, Bruna Marini e Rudy Ippodrino: hanno svolto il corso di perfezionamento in Biologia molecolare dal 2009 al 2015.

Il test è stato approntato presso la startup Ulisse BioMed di Trieste. «Grazie a un prelievo non invasivo, che la donna può effettuare direttamente a casa - spiega una nota della Normale in merito al test messo a punto da Marini e Ippodrino - , è possibile rilevare il virus anche senza ulteriori procedure mediche, con un considerevole abbattimento dei costi e dei tempi della diagnostica. Il test è stato validato clinicamente con istituti di eccellenza quali il Centro di riferimento oncologico di Aviano, l'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste ed il Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma». 

Ippodrino, laureato all'Università di Firenze e Bruna Marini, laureata a Trieste, dopo il corso perfezionamento alla Normale hanno creato, presso l'Area Science Park di Trieste, una startup, Ulisse BioMed, attiva nel settore biomedicale, grazie alla raccolta di 5 milioni di euro mediata da Copernico sim. La startup ha anche vinto grants nazionali ed europei per un valore complessivo progettuale di circa 1,5 milioni di euro.

Ulisse BioMed, oltre allo staff dirigenziale, conta una decina di ricercatori del settore biomedico e farmacologico, e collabora con numerosi istituti scientifici di eccellenza internazionali. «Il nostro test - raccontano i due ex allievi - è non invasivo e sensibile. Rispetto ai test molecolari utilizzati negli screening nazionali, è anche in grado di genotipizzare il virus, ovvero fornire indicazioni precise sul ceppo presente nell'infezione» e «si inserisce nel panorama dei test 'consumer genetics', i quali hanno già ampiamente dimostrato di riscontrare un enorme interesse da parte dei consumatori».

La ricerca, si spiega, guarda adesso ad altri tipi di test non invasivi: «Abbiamo anche altri progetti estremamente innovativi e rivoluzionari. Ad esempio, stiamo realizzando i nanointerruttori, in grado di rilevare istantaneamente la presenza di biomarcatori proteici con lo scopo di utilizzarli su apparecchi simili ai glucometri, usati per la misura della glicemia nei pazienti diabetici, per la diagnostica portabile».