Addio a Benedetto XVI. Il monastero di Santa Maria a Rosano era il suo buen retiro

Fra quelle mura il cardinal Ratzinger ha trovato spesso riposo a partire dal 1985, fino a poco prima dell’elezione a pontefice

Firenze, 31 dicembre 2022 - La testimonianza silenziosa di Benedetto XVI si è conclusa con la serenità che solo i 95 anni e una vita spesa al servizio della Chiesa possono dare. Le parole pronunciate anni fa da monsignor Georg Gaenswein, suo segretario personale, che destarono un primo grande allarme mondiale - «È come una candela, che si consuma lentamente» - si sono compiute. Joseph Ratzinger, Papa emerito dall’11 febbraio 2013, non è mai stato a Firenze in visita ufficiale, ma è stato un frequentatore assiduo del monastero di Santa Maria a Rosano, abbazia femminile dell’Ordine di San Benedetto.

Benedetto XVI a Sansepolcro (foto Cristini)
Benedetto XVI a Sansepolcro (foto Cristini)

Fra quelle mura il cardinal Ratzinger ha trovato spesso riposo a partire dal 1985, fino a poco prima dell’elezione a 264° Pontefice della Chiesa cattolica universale, il 19 aprile 2005. Qualcuno sussurra che abbia fatto visita a Rosano, in totale incognito, anche da Papa, ma le voci non hanno mai trovato conferma. Prima, però, la sua presenza era un appuntamento consueto: "Averlo conosciuto è stato un privilegio. E’ stato un padre della Chiesa. Figure come lui ne nascono una ogni cento anni. Un dono del Signore, che ringraziamo pregando": commenta ora suor Stefania, la madre badessa. Il ricordo della presenza di Ratzinger è indelebile. "Sono state visite brevi – ha raccontato suor Stefania all’indomani dell’elezione di Benedetto XVI – In genere veniva di sabato e poi si fermava fino al pomeriggio del giorno dopo. Era contento di poter guidare la processione del Corpus Domini, attraverso i chiostri e il giardino", in una ricorrenza che è tra i pochi eventi aperti alla popolazione, come la domenica delle Palme.

"Cordiale e ironico", il cardinal Ratzinger incontrava le monache e si confrontava con loro sulle principali questioni della Chiesa e del mondo, "con la capacità di centrare il nucleo dei problemi in pochissimi minuti e di esporli in modo chiaro e conciso". A Rosano il cardinal Ratzinger era tornato anche nel 2001, a giugno, accompagnato dal fratello Georg, per festeggiare il cinquantesimo anniversario di sacerdozio, e le benedettine gli hanno regalato la mitria e la casula. "Prepariamo noi i paramenti per Benedetto XVI - disse a suo tempo suor Stefania - come lo abbiamo fatto per i suoi predecessori".

Infatti, la casula indossata per la messa di apertura del Pontificato, il 24 aprile 2005, era stata utilizzata in precedenza anche da Papa Giovanni Paolo II. A monsignor Luciano Giovannetti, allora vescovo di Fiesole, il futuro Pontefice aveva addirittura confidato che avrebbe voluto essere al suo posto come Pastore della diocesi sul Colle Etrusco, segno di una vicinanza più che formale. Ratzinger aveva anche uno stretto rapporto di comunione e amicizia con il cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze. Entrambi erano stati creati cardinali da Papa, Paolo VI, il 27 giugno 1977. Lo stesso Paolo VI, il 24 marzo di quello stesso anno, lo aveva voluto arcivescovo a Monaco, capitale della Baviera, prima tappa di un’ascesa conclusa sul soglio di Pietro.