Rivedremo mai l'Arno ghiacciato? Firenze inedita nella tempesta del 1985

Una concatenazione di eventi molto rari provocò trentotto anni fa un collasso del vortice polare, e a quel punto si innescò una sorta di “tsunami” di aria artica

L'Arno ghiacciato nel 1985 (Archivio Storico New Press Photo)

L'Arno ghiacciato nel 1985 (Archivio Storico New Press Photo)

Firenze, 15 gennaio 2023 – Esattamente trentotto anni fa l’Italia, da nord a sud, venne imbiancata da quella che è passata alla storia come una nevicata record. Tutto ebbe inizio alla fine di dicembre del 1984, verso il 22 del mese, quando le temperature si abbassarono sensibilmente a causa delle correnti gelide di origine balcanica che attraversarono lo stivale. Il 26 dicembre a Firenze si toccarono i -6 °C.

Guarda le foto Tutto nella norma, si potrebbe pensare, visto il periodo. E invece no, perché in aria, a 30 chilometri d’altezza, accade qualcosa di non previsto: un flusso di aria molto calda fece, di fatto, collassare il vortice polare, e a quel punto si innescò una sorta di “tsunami” di aria artica che finì per riversarsi sull’Europa e, ovviamente, sull’Italia, investendola quasi interamente. Iniziò così una delle ondate di freddo più eccezionali di tutto il ventesimo secolo. Il 1985 era dunque iniziato col gelo e temperature polari, venne a nevicare copiosamente e fino al 9 gennaio a Firenze si misurarono fino a 40 cm di neve accumulata, 30 a Bologna e fino a 25 a Roma. La colonnina di mercurio si abbassò fino a toccare i -26 °C nell’alto Mugello, -10 °C a Firenze e -13 °C a Bologna. L’Arno, così come il Po i e i canali di Venezia, si ghiacciarono. L’Italia si trasformò in un Paese di ghiaccio, con la neve che la copriva a metà. Nei giorni successivi le temperature scesero ancora, a Firenze si toccarono i -23 °C, Perugia -12 °C. Il sud, che era stato fino a quel momento in parte ‘risparmiato’, viene avvolto anche lui nella morsa polare. Già questo scenario sembrerebbe eccezionale, ma quel che accadde dopo fu addirittura peggio. Il 15 gennaio lo scirocco avvolse l’Italia centro-meridionale, un fenomeno che qualcuno accolse con gioia, pensando che si era finalmente arrivati a una svolta e che il maltempo fosse finito o quantomeno avesse le ore contate. E invece proprio quel vento umido e caldo fu all’origine di una nevicata senza fine che avvolse la Val Padana come gran parte del nord Italia. Il risultato fu da record: prese a nevicare per ben 60 ore di seguito. Si toccarono i 60 centimetri di neve a Vicenza, che salirono a 80 a Bologna, 90 a Milano, un metro a Piacenza, 110 centimetri a Como, addirittura quasi un metro e mezzo a Trento. Le precipitazioni insistettero per 60 ore senza alcuna interruzione, accanendosi in particolare sull’Emilia, ma anche su Veneto, Lombardia e Trentino. Per spalare la neve fu necessario l’intervento dell’esercito. La nevicata del secolo, che a tempesta finita regalò scenari unici, fu frutto di una combinazione di eventi metereologici così rari da sfuggire anche alle statistiche. Il meteo si placò solo dal 17 gennaio.

Maurizio Costanzo