DAVIDE COSTA
Cronaca

Migranti, il cuore dei volontari: noi e la Babele del mare con le ferite nell'anima

Forza di volontà e passione: così l’associazionismo ancora una volta ha dato dimostrazione di essere sempre presente. Un’alba indimenticabile a pochi giorni dal Natale davvero solidale

Firenze, 23 dicembre 2022 - Ci vuole grande forza di volontà e tanta passione per alzarsi alle 4 di mattina il 22 dicembre, a tre giorni dal Natale. Forza di volontà e passione per indossare la divisa, salire in macchina, percorrere cento chilometri e aspettare sotto la pioggia sulla banchina di un molo del porto di Livorno l’arrivo di una barca carica di migranti. Forza di volontà e passione per mettere in stand-by per qualche giorno la corsa ai regali natalizi e gli immancabili e piacevoli pranzi degli auguri con i colleghi di lavoro. Il volontariato è così. E ieri mattina sulla banchina del molo 75 del porto di Livorno eravamo una settantina ad aver deciso che a tre giorni da Natale la cosa giusta da fare era mettersi a disposizione degli altri.

Forza di volontà e passione, appunto. Ma anche la possibilità di riuscire a organizzarsi all’ultimo secondo con il lavoro o lo studio e di avere una famiglia che capisce tutto questo. Capisce, sostiene, aiuta. Compagni, figli e genitori che con il sorriso sulle labbra ti dicono di andare, che è giusto esserci. Anche se, magari, un po’ scocciati in fondo lo sono. Il popolo della protezione civile è abituato ai sacrifici: alle alzatacce, a mangiare qualcosa al volo fuori orario, a stare sotto l’acqua o esposti al vento. Questa volta, però, è diverso: non ci sono alluvionati da aiutare o persone con le case lesionate dal terremoto a cui trovare, al più presto, un alloggio di fortuna. C’è invece una nave con centoquaranta persone a bordo, naufraghi, deboli e malati, che da giorni aspettano di poter scendere a terra: persone fuggite da situazioni terribili nel loro paese, e qui in cerca di un futuro migliore. Serviva un porto sicuro, il governo ha indicato quello di Livorno. E la Toscana delle istituzioni, della protezione civile e del volontariato ha risposto presente. Come sempre, del resto.

Ci sono minori non accompagnati da sistemare, famiglie da accogliere, giovani da visitare e rifocillare. Il tempo di attraccare, di svolgere i primi controlli sanitari a bordo, e la macchina organizzativa della Regione Toscana, delle associazioni e delle forze dell’ordine si mette in movimento. Fa uno strano effetto osservare con i propri occhi, da vicinissimo, quelle stesse immagini che da anni si vedono in televisione, da troppo lontano. Impossibile non emozionarsi. Impossibile non provare empatia per queste persone che scendono dalla nave con abiti di fortuna sfidando il freddo e la pioggia. Uomini e donne, giovani che sembrano adulti. E poi i bambini, con la loro meravigliosa curiosità, nonostante tutto. Più forte della pioggia e della barriera della lingua. I migranti scendono dalla nave, vengono visitati dai sanitari e poi entrano in una prima tenda pneumatica dove vengono rifocillati, prima di iniziare il percorso di riconoscimento e identificazione. Entrare in una di queste tende è un’esperienza che non ti può lasciare indifferente. Percorro le file di panche, dove i migranti siedono a gruppi. Una babele di lingue: inglese, francese, arabo, somalo. Oltre all’italiano, ovviamente. Molti di loro hanno davanti la fotocopia di una cartina geografica dell’Italia: c’è una X all’altezza di Livorno. "You are here", scrivono i mediatori culturali per dare loro le prime informazoni indispensabili.

Per la stragrande maggioranza di questi migranti quella X rappresenta solo un passaggio velocissimo nella loro vita: passa qualche ora e molti di loro già salgono su un pullman che li porterà in Abruzzo e in Molise. Altre centinaia di chilometri da percorrere. Altri invece andranno a nord, mentre i minori non accompagnati restano qui in Toscana. Nel pomeriggio le tende iniziano a svuotarsi, la nave di Emergency ha già lasciato la banchina. Si inizia a pulire: domani è attesa un’altra nave - anche quella dirottata a Livorno, indicato come porto sicuro - con a bordo un altro centinaio di migranti da accogliere. Si ricomincia, mentre Natale è sempre più vicino. Forza di volontà e passione: anche fra 24 ore, come sempre, il segreto sarà sempre quello.