
La ragazzina ha subito 2 anni di molestie
Firenze, 8 febbraio 2020 - Una bambina di qualche mese usata come "giocattolo sessuale". Da lui, nel vortice di perversioni malate, e da lei, madre (non più compagna) che oltre a condivere le deviazioni si sarebbe addirittura prestata a concepire la creatura esclusivamente per questo scopo. Mamma che legge un prontuario pedopornografico ("Come praticare l’amore bambino") e condivide foto dei genitali della figlia, assecondando le voglie del suo ex già condannato per detenzione di uno sterminato archivio pedopornografico.
Una storia raccapricciante che si dipana tra la provincia di Grosseto e quella di Terni. Per entrambi, quarantenni, si sono spalancate le porte del carcere. Ma le misure cautelari, in questa inchiesta choc condotta dai pm Sandro Cutrignelli e Giovanni Solinas della procura di Firenze, sono addirittura tre. Il terzo anello di questa catena che sta insieme grazie alle chat di WhatsApp e dell’applicazione di messaggistica Telegram, è un’altra mamma. Vive a Reggio Emilia, ha 37 anni, ed in cambio di soldi ha ripetutamente inviato al 41enne toscano, negli anni, foto e video in cui si cimentava in torbide attenzioni nei confronti di sua figlia, nata nel 2010.
Un’escalation bestiale. Convinceva la bambina dicendole che erano "giochi". È andata avanti fino a quando ha potuto. In un messaggio dell’agosto 2019, la 37enne emiliana quasi si scusava: "Non posso più inviarti nulla, non vuole più farsi fotografare. Ho paura che lo racconti al mio compagno". In passato, l’uomo aveva anche offerto 500 euro per un rapporto con la piccina. Il carcere, secondo il giudice Agnese Di Girolamo, è l’unica soluzione per interrompere questa spirale aberrante, che potrebbe essere anche più ampia di quella ricostruita dagli investigatori della Postale di Firenze. Alcune delle conversazioni estrapolate dai telefoni fanno venire i brividi, e c’è il sospetto che ci siano almeno altre due bambine coinvolte. Ma è un mondo sterminato quello che si è aperto dall’analisi di smartphone, computer e chiavette. Altri dispositivi sono stati sequestrati ieri.
La personalità del 41enne della provincia di Grosseto è definita dal gip "assolutamente orientata alla pratica della pedofilia e alla continua ricerca di nuove vittime di età anche poco più che neonatale". Non meno grave quella delle due madri, donne "che hanno consentito, in spregio a ogni dovere genitoriale di cura e salvaguardia dell’integrità delle figlie, che il corpo delle loro piccolissime bambine venisse violato e che le immagini dei genitali delle stesse venissero diffuse e inoltrate al loro predatore". Una, lo avrebbe fatto "per compiacimento e condivisione di uno scellerato progetto", l’altra "per ottenere qualche soldo dal mercimonio del corpo della figlia". Le due bambine sono ora in strutture protette. "Dovevamo salvarle", dice il capo della polposta di Firenze, Barbara Strappato.
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