
Guardia di Finanza
Firenze, 19 luglio 2017 - Dalle prime ore di questa mattina, la Polizia e la Guardia di Finanza di Palermo stanno eseguendo decine di misure cautelari personali nei confronti dei maggiori esponenti del Mandamento mafioso di Brancaccio e di altrettanti loro complici, nonché al sequestro di numerose aziende, per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro.
Tra i soggetti destinatari di custodia cautelare in carcere spicca Pietro Tagliavia, capo del mandamento mafioso di Brancaccio e della famiglia di “Corso dei Mille”, attualmente ai domiciliari. Le investigazioni, eseguite in stretto coordinamento dalla Squadra Mobile e dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, hanno consentito di fare luce su numerosi episodi di minacce, danneggiamento, estorsione, furto e detenzione illegale di armi da parte di esponenti della cosca di Brancaccio, nonché di ricostruire l’intero organigramma delle famiglie mafiose appartenenti al mandamento, definendo ruoli e competenze di ciascun associato e, in particolare, individuando gli elementi di vertice. La strutturata attività di indagine ha altresì permesso di dimostrare il totale controllo, da parte dell’associazione, di un “gruppo imprenditoriale”, distribuito su diverse Regioni ma particolarmente radicato in Sicilia e Toscana.
Nel corso delle odierne operazioni, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza stanno procedendo, rispettivamente, al sequestro di numerosi veicoli e autoveicoli utilizzati per la commissione dei reati contestati, nonché delle aziende riconducibili agli esponenti mafiosi arrestati.
L'operazione che ha smantellato il mandamento mafioso di Brancaccio ha peraltro permesso di dimostrare il totale controllo di un "gruppo imprenditoriale", divenuto leader nella vendita degli imballaggi industriali, distribuito su diverse Regioni ma particolarmente radicato in Sicilia e Toscana, il quale, sistematicamente ed in forma organizzata, ha compiuto una molteplicita' di reati tributari, in particolare utilizzando fatture false per decine di milioni di euro. Tramite compiacenti prestanome il ramificato gruppo di imprese operava sul territorio nazionale principalmente proprio nel settore della commercializzazione dei pallet.
Le aziende in questione - anche attraverso continui mutamenti degli organi societari e delle compagini imprenditoriali - si sono inoltre sottratte agli accertamenti del fisco ed alla coattiva riscossione delle imposte accertate in seguito a verifiche fiscali, arrivando a sviluppare complessivamente volumi d'affari annui, in relazione alle vendite effettivamente operate, per oltre 50 di milioni di euro, foraggiando la cosca mafiosa di riferimento, destinataria finale dei proventi derivanti dalla vendita degli imballaggi industriali, di fatto incassati senza il versamento di imposte. Il gruppo di imprese ha, così, potuto prosperare e guadagnare posizioni di mercato a discapito della concorrenza, diventando uno dei leader nazionali del settore, anche in virtu' dei prezzi particolarmente concorrenziali praticati.