FRANCESCO QUERUSTI
Cronaca

Luci, odissea finita: "Finalmente in salvo"

FIRENZE La quiete dopo la tempesta. Finalmente il fiorentino Luciano Luci, 72 anni, ex arbitro di calcio e dirigente arbitrale italiano della sezione Aia di Firenze, di cui è stato presidente per 14...

Luciano Luci

Firenze, 28 febbraio 2022 - La quiete dopo la tempesta. Finalmente il fiorentino Luciano Luci, 72 anni, ex arbitro di calcio e dirigente arbitrale italiano della sezione Aia di Firenze, di cui è stato presidente per 14 anni, insieme ai suoi compagni di viaggio, è riuscito a lasciare l’Ucraina ed è arrivato in Moldavia. Sono stati giorni terribili sotto i bombardamenti e con l’assedio di Kiev da parte dell’esercito russo.

Ora Luci è più sereno dopo un viaggio via terra, durato ore e ore, con tanti rischi e difficoltà: "Siamo partiti ieri mattina dalla periferia di Kiev con dei pulmini messi a disposizione dall’Ambasciata italiana e scortati da alcuni gipponi con bandiera dell’Osce, che è l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il viaggio è stato tremendo perché eravamo 26 in un pulmino con tante ore di viaggio per arrivare alla frontiera con la Moldavia. Lungo il tragitto ci siamo imbattuti in molti posti di blocco, uomini armati con diverse barricate e in lontananza rumore di bombe e spari. Poi una coda di tanti chilometri prima di arrivare a un ponte ai confini con la Moldavia dove controllavano tutti. Infine l’arrivo in bus a Chişinău che è la capitale della Repubblica di Moldavia".

Ma ora la paura e la guerra sono alle spalle e Luci sogna il rientro in Italia: "In tarda serata sono stato portato alla Coverciano della Moldavia, insieme ai giocatori dello Shakhtar, della Dynamo e alle loro famiglie, accolti con ospitalità, cibo e una doccia. Ora siamo felici e tranquilli, il peggio è passato, ringrazio l’Ambasciata e il Ministero che si sono comportati nel migliore dei modi. Prossima tappa a Bucarest grazie alla Federazione calcio rumena e successivamente a Francoforte con volo previsto per l’Italia il 1° marzo. Ho ricevuto tanti messaggi e telefonate. Non vedo l’ora di festeggiare il rientro a Barberino di Mugello con la mia famiglia, gli amici e i colleghi arbitri. Un’esperienza che deve fare capire il grande valore della pace e ringrazio mia moglie e i miei figli e tutti coloro che mi sono stati vicino”.