
Lina Merlin (foto Ansa)
Firenze, 20 febbraio 2022 – Esattamente 64 anni fa l’Italia chiudeva le case di tolleranza. Grazie alla legge Merlin, all’avanguardia per l’epoca, che liberò le donne da un sistema di semischiavitù.
Entrò in vigore il 20 settembre 1958. Il primo disegno di legge presentato dalla senatrice socialista Lina Merlin risale però a dieci anni prima: era il 16 agosto 1948. Venne approvato dal Senato nel 1952, ma la fine della legislatura non gli permise di diventare legge. E così fu ripresentato l’anno dopo, destinato a subire un lunghissimo iter parlamentare prima di diventare legge dello Stato il 20 febbraio 1958, col parere contrario dei missini e dei monarchici. Gli oppositori fecero leva soprattutto sui pericoli igienici-sanitari, ma l’Italia era chiamata ad abolire necessariamente la prostituzione di Stato, come richiesto a tutti i Paesi membri per entrare nell’Onu. La legge, che abrogava le disposizioni emanate dal governo Crispi nel dicembre 1883, fece venir meno anche la schedatura sanitaria: la prostituzione non era configurata come reato, dunque chi la esercitava non poteva più essere schedato. Nel momento in cui entrò in vigore le ‘case chiuse’ erano 560 e ospitavano circa 2.700 meretrici. Ogni casa di tolleranza aveva un preciso tariffario e non mancavano gli avvisi sui pagamenti: dovevano essere fatti rigorosamente alla cassa poichè quelli in camera non erano validi. Per i mesi più freddi c’era chi metteva in conto anche qualche comfort extra: le camere con braciere. Niente truffe: “il tempo trascorso in camera – si legge nelle insegne d’epoca - viene registrato dalla Direzione”. E quasi tutte osservavano una precisa regola: tariffe ridotte per studenti e militari.
Nasce oggi
Riccardo Cocciante nato il 20 febbraio 1946 a Saigon in Vietnam. È uno tra i più importanti cantautori e compositori italiani contemporanei. È stato autore di canzoni che hanno fatto la storia della musica, tra cui quelle di ‘Notre Dame de Paris’, l’opera popolare più famosa al mondo ispirata al romanzo di Victor Hugo. Ha detto: “La bellezza si vede quando c’è qualche cosa dietro l’anima”