REDAZIONE CRONACA

L’Appello dei liceali di Arezzo per la tutela ambientale - Area Ponte Buriano e Giovi

La la classe 4B Sezione Rondine del Liceo Classico "F. Petrarca" di Arezzo scrive una lettera-appello al Comune e alla Provincia di Arezzo per la tutela e valorizzazione dell'area naturale fra Ponte Buriano e Giovi

buonriposo

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Arezzo, 6 giugno 2025 – L’Appello dei liceali di Arezzo per la tutela ambientale - Area Ponte Buriano e Giovi. La la classe 4B Sezione Rondine del Liceo Classico "F. Petrarca" di Arezzo scrive una lettera-appello al Comune e alla Provincia di Arezzo per la tutela e valorizzazione dell'area naturale fra Ponte Buriano e Giovi.

Fragilità naturalistiche

Durante la nostra escursione abbiamo riscontrato che l'area compresa fra Ponte Buriano e Giovi presenta molte criticità dovute agli interventi dell’uomo che ne minacciano la conservazione. In primis, la perdita di specie vegetali autoctone sostituite sempre più da specie aliene invasive, come la robinia (Robinia pseudoacacia) proveniente dall'America e l'ailanto (Ailanthus altissima) proveniente dalla Cina. Queste specie, giunte qui mediante il trasporto di alberi originari di altri paesi, non sono adatte ai contesti fluviali ed in caso di piena del fiume le loro radici si deteriorano, portando alla morte della pianta e al conseguente disfacimento di porzioni di argini.

La presenza di specie aliene ha un impatto anche sulla fauna ittica, poiché durante i mesi invernali i pesci che vivono nell’area si raggruppano tra le radici sommerse di alberi autoctoni, come pioppi e salici, dove rimangono sino alla fine del periodo freddo per resistere ai cali di temperatura. Ciò non può avvenire se la maggior parte degli alberi in prossimità degli argini sono robinia e ailanto, dato che le loro radici non sopravvivono se sommerse.

Dalla degradazione degli argini consegue anche che l’area verde che li circonda sia sempre più compressa tra l’Arno che avanza da una parte e i terreni agricoli dedicati ad agricoltura intensiva dall’altra. Questo tipo di agricoltura è un ulteriore fattore di minaccia per la biodiversità poiché strettamente dipendente dall’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti industriali.

Inoltre, lungo il fiume sono presenti industrie che, sebbene soggette a direttive e controlli, possono contribuire a peggiorare la qualità dell’acqua dell’Arno riducendo la sua fruibilità per la balneazione e costituendo un ulteriore rischio per la biodiversità.

Siamo noi gli artefici di questi squilibri, ma siamo anche noi a poter agire adesso.

Aspetti storico-culturali

L’escursione è partita proprio da Ponte Buriano, il ponte che il pennello di Leonardo ha reso eterno nello sfondo che incornicia il volto della Gioconda. Imboccato il sentiero immerso nel verde che costeggia l’Arno, siamo arrivati a Buonriposo, una località il cui nome deriva dalle storie dei foderatori, navigatori che trasportavano via fiume il legname del Casentino fino a Firenze e Pisa in piedi su delle zattere, chiamate appunto “foderi”, create dai tronchi legati assieme. I foderatori, prima di avventurarsi nella zona impervia dell’Arno detta ‘Valle dell'Inferno’, usavano sostare e rifocillarsi nelle locande situate proprio in questa zona, da cui il nome Buonriposo. Proseguendo siamo giunti a Vado, località il cui nome è una variante letteraria della parola ‘guado’. Qui infatti sino agli anni ‘40 è rimasta in uso una chiatta che, trainata da una corda, permetteva di guadare il fiume raggiungendo la sponda opposta. Si narra che sia stato proprio questo guado ad aver ispirato Dante per la creazione del personaggio di Caronte, il traghettatore di anime dell’inferno. Giungendo al termine dell’escursione ci siamo fermati al Parco sull’Arno di Giovi, luogo magico dove l’acqua cristallina del fiume scorre nel mezzo di una piccola valle verdeggiante.

Il progetto Green It Up!

La nostra idea prende forma grazie alla nostra partecipazione a Green it Up!, un percorso promosso da Istituto Oikos che ha coinvolto numerose scuole da tutta Italia. Dopo due incontri informativi sul cambiamento climatico tenuti da esperti, ogni classe ha studiato i bisogni della propria città e ha ideato un progetto per intervenire su quei bisogni che ha poi presentato ad una commissione. La nostra classe è stata una delle vincitrici e ha così ottenuto dei fondi per la messa a terra dell’idea progettuale.

Sezione Rondine

Sezione Rondine è un’offerta formativa sperimentale che integra la didattica con l’esperienza generativa del Metodo Rondine, metodo per trasformare i conflitti in occasioni di crescita e condivisione che nasce dall’esperienza di Rondine Cittadella della Pace in cui, da 27 anni, studenti provenienti da luoghi di guerra e post-bellici incontrano i propri nemici per scoprire la persona che si trova “dall’altra parte”. Sezione Rondine accompagna docenti e studenti verso un nuovo modo di fare scuola e di essere gruppo-classe affinché i ragazzi si sentano protagonisti attivi del proprio percorso formativo e sviluppino strumenti per comprendere meglio sé stessi ed affrontare le sfide complesse della società odierna