La vita raccontata attraverso i compleanni: Vanessa Bambi si racconta ne 'Il mio Tredici'

Un testo pieno di aneddoti, in cui l’autrice fiorentina racconta la magia della vita tra desideri immaginati e sogni realizzati

La copertina del libro

La copertina del libro

Firenze, 6 novembre 2021 - Vanessa Bambi si racconta nella sua autobiografia intitolata ‘Il mio Tredici’, edito da Porto Seguro. Tutto cominciò il suo 13 novembre 1985: un giorno importante per lei, quello della sua nascita. Un Tredici che avrà un significato importante negli anni: “Ho sempre avuto la capacità di associare i numeri alle persone (è difficile che non ricordi un compleanno/evento/ricorrenza senza nessun tipo di aiuto tecnologico, chi mi conosce bene lo sa), forse perché mi aiuta ad avvicinarmi a quella persona. Il fatto, appunto, di essere nata un giorno e non un altro mi incuriosisce. Il risultato è che mi sono sempre più affezionata a quel Tredici, che in famiglia mi hanno sempre fatto credere essere stato il numero perfetto per me, come lo ero io per lui del resto. Così, anno dopo anno, ho sempre vissuto con trepidazione l’arrivo di quel giorno, cercando di assaporare avidamente ogni attimo di quelle mie magiche 24 ore. In fondo, non si è mai troppo grandi per soffiare ed esprimere Il desiderio per eccellenza”.

“Ricordo molti miei compleanni che si sono rivelati oltre le mie aspettative, in positivo ma purtroppo anche in negativo – aggiunge Vanessa -. Una notte terribile di insonnia, data da un certo lockdown, ho ripensato a tutti i miei Tredici novembre, che ho scoperto essere particolarmente impressi nella mente. Forse per ridimensionare questa mania che oggi mi fa sorridere, e per isolarmi un po’ dall’attualità, ecco che finalmente ho trovato la spinta per scriverci su.”

Così, Vanessa ripercorre la sua vita: dalla prima tutina indossata da neonato, passando al Topolino stampato sulla felpa anni ‘90, alla tuta acetata, al body da danza. La vita che balla, i compleanni che passano, i pezzi di felicità condivisa, tessere d’un mosaico rimasto lucente nella memoria, intenerito per quell’infanzia festeggiata a suon di zucchero vanigliato e ciliegine candite. Arriva l’adolescenza a prenderla alla sprovvista, a portarla allo specchio, a uscire di casa, a cercare con gli occhi blu il principe azzurro e a trovarlo.

I compleanni si susseguono veloci: da quelli festeggiati in casa mangiando pizzette col cappero, alla pizza ai carciofini ordinata ai circoli, alla pizza fritta mangiata golosamente prima di un’importante audizione. Raccontandosi sul serio, ma sempre con leggerezza: le luci di Parigi, il lungomare di Napoli, il Teatro San Carlo, la bellezza velata della danza che non la lascia, la caccia al libro giusto che le disveli una verità. Vanessa trentenne continua a credere nei suoi sogni, ed è sempre quel Tredici che ritorna a mostrarle la felicità a portata di mano, sì da potersi dire felice di sé. Felice nell’attesa materna, che si concretizza in un fagottino colorato di rosa. La vita che non si ferma, a segnare sul calendario le nascite e le morti, chi arriva e chi se ne va. Il nonno, proprio il giorno del suo Tredici, le ha lasciato in eredità l’olio nuovo dell’Impruneta insieme ai pomodori rossi maturi. Poter sedersi con lui sulla panchina a godersi la calma di quella sosta. Un testo pieno di aneddoti e sottoracconti, che fanno de ‘Il mio Tredici’ di Vanessa Bambi il libro perfetto per un regalo natalizio.

 

Maurizio Costanzo