ILARIA ULIVELLI
Cronaca

La sanità stringe la cinghia: 200 milioni da recuperare. Cambiano i criteri sugli acquisti

Le uscite per i dispositivi medici vanno ritoccate. I ricorsi delle aziende frenano il denaro in entrata. Il governatore Giani dal ministro Schillaci

Almeno 200 milioni da recuperare per far quadrare i conti. Giani va dal ministro Schillaci

Almeno 200 milioni da recuperare per far quadrare i conti. Giani va dal ministro Schillaci

Firenze, 2 novembre 2023 – Via alla stretta che consentirà alla Toscana di risparmiare 200 milioni sulla spesa sanitaria per l’acquisto di dispositivi medici. Intanto la Regione bussa a Roma. Il governatore Eugenio Giani la prossima settimana sarà dal ministro della sanità Orazio Schillaci per sollecitare il governo sul Payback. La Toscana nel bilancio 2023 deve riscuotere 420 milioni dalle aziende che producono e vendono dispositivi medici. Con i ricorsi delle aziende in campo sarà difficile poter esigere il credito, per questo Giani solleciterà Schillaci a fare la stessa manovra fatta lo scorso anno dal governo che aveva permesso – con un decreto del ministero dell’economia e delle finanze – di iscrivere a bilancio come credito 190 dei 390 milioni del Payback (200 li aveva messi lo steso governo).

A livello previsionale, al momento, alla Toscana mancano 460 milioni per chiudere il bilancio 2023 in pareggio. Con i 420 del Payback far quadrare i conti non sarebbe difficile. Perché ci si aspetta un risparmio di alcuni milioni dalle voci variabili: bollette di luce e gas per il clima mite di questo autunno, in primis. Ed è atteso un ritorno positivo dalla spesa sanitaria. Il resto potrebbe essere accomodato con uno scostamento di bilancio ordinario.

Resta il fatto che non si sa come andrà a finire la partita del Payback sul quale il governo non si è mai espresso esplicitamente, né cancellando la legge in favore dei produttori, né mettendo una pezza al rosso delle Regioni in credito, in attesa dell’esito dei ricorsi. La Toscana è una delle Regioni che più spende in dispositivi medici, di conseguenza una di quelle che vanta maggiori crediti dalle aziende produttrici. Ma proprio per questa ragione il governatore Giani ha disposto che venga fatta una spending review, per tagliare un terzo della spesa. In pratica un taglio netto a tutta l’eccedenza dalla soglia massima prevista dal fondo sanitario per la quale viene capitalizzato il 50% dalle aziende.

In buona sostanza la Toscana spende ogni anno circa 600 milioni di euro in dispositivi medici, ovvero tutte le attrezzature utilizzate in sanità (dai letti ai bisturi, dagli stent alle siringhe, dalle mascherine alle protesi) che non necessitano di ellettricità per funzionare. La sforbiciata che sarà messa in atto dovrà far risparmiare 200 milioni alla Regione, anche se 100 dovrebbero tornare indietro con il Payback. Intanto è stata studiata la ragione per la quale la spesa è così elevata. Fondamentalmente per il fatto che la sanità sia prevalentemente pubblica fa gravare i costi dei dispositivi medici quasi completamente a carico della Regione. Altre Regioni a trazione privata, come la Lombardia, comprano service a pacchetto: all’interno ci sono interventi chirurgici tutto compreso, anche dei dispositivi, per fare un esempio. In ogni caso, non dovranno essrrci sprechi. "Capisco che può sembrare impopolare chiedere di risparmiare e di contenere la spesa sanitaria anche con assunzioni mirate – spiega Giani – Ma è necessario comportarsi come un buon padre di famiglia, ottimizzando le risorse. Per evitare di tagliare servizi".

Come si farà a risparmiare sui dispositivi? E’ stata messa in campo una doppia azione: si lavora sull’appropriatezza e sulla modalità delle gare di acquisto. La direzione sanitaria regionale sull’appropriatezza ha istituito due gruppi di lavoro per restringere il numero dei dispositivi tra cui scegliere, non più dal catalogo alla carta. Lo stesso lavoro sarà fatto con particolari analisi dei laboratori, le più costose e rare saranno inviate ai centri di Firenze, Siena e Pisa, risparmiando reagenti che rischiano di scadere e diventare obsoleti per il poco utilizzo. Anche le gare di Estar per l’acquisto dei dispositivi saranno gestite diversamente. Se ora si fanno gare a catalogo aperto lasciando scegliere ai professionisti quello preferito, il listino sarà ristretto, con la scelta affidata a un gruppo di lavoro che al suo interno ha operatori Estar, ingegneri gestionali, farmacisti e specialisti che ne valuteranno la qualità.