ANGELA BALDI
Cronaca

La giungla superbonus: «Detrazioni spalmante e crediti da 5 a 10 anni: le aziende in difficoltà»

Igor Magini, presidente di Ance Confindustria e Cassa Edile Arezzo: «Si allungano i tempi dei crediti fiscali, il nodo è capire se la norma sia retroattiva e in che termini. Così è complicato andare avanti»

cantiere

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Arezzo, 16 maggio 2024 – Chiamato «spalmacrediti», di fatto fa slittare da 5 a 10 anni il recupero fiscale dei crediti maturati con il superbonus.

Igor Magini Presidente di Confindustria Arezzo sezione Edile

Ance e Presidente della Cassa edile della provincia di Arezzo,

cosa cambia adesso?

«La variazione principale riguarda l’allungamento dei tempi per

il recupero fiscale portato a 10 anni, prima i crediti fiscali erano

recuperabili in 5 anni. Il Governo per poter ridurre il debito ha allungato i tempi.

Il vero oggetto della questione è se la norma sia retroattiva o meno e in che termini. A nostro avviso non si possono fare norme retroattive e mettere in crisi un sistema intero».

Un sistema che aveva però grosse criticità...

«Che il sistema che era stato messo in piedi avesse grandi problematiche era evidente, non c’è stata una qualificazione delleimprese: chiunque aprisse una partita iva poteva usufruire di

questi bonus e tutto ciò nel sistema Italia ha creato davvero il malaffare. Trattandosi di soldi pubblici doveva essere trattato come lavoro pubblico e richiedere una serie di attestazioni che

avrebbero permesso una scrematura delle aziende, anche per

non ritrovarsi a metà del guado con imprese sparite».

L’idea era buona migliorare: il patrimonio edilizio dal punto

di vista sismico ed energetico, ma era sbagliato il metodo applicativo?

«Sì, quello che da sempre abbiamo chiesto era una qualificazione delle aziende che andavano e seguire i lavori. Capisco che il Governo debba rimediare all’emorragia di fondi pubblici che c’è stata, ma in questa fase contestiamo la retroattività della decisione. Nonostante la norma serva di fatto a salvare i

conti pubblici».

Cosa succede adesso, le imprese edili non prendono più crediti?

«Non c’è un dato ufficiale di quanti cantieri bonus siano ancora attivi nella nostra provincia, ma molte aziende si sono fermate e non prendono più crediti,con la mia per esempio mi sono 

fermato un anno fa.Ci sono 33 modifiche al superbonus da quando è uscito, si fa fatica a stargli dietro».

A proposito di bonus cambierà presto anche l’importo delle

detrazioni?

«Il bonus tradizionale del 50% che esiste da oltre vent’anni era

l’unico strumento reale di aiuto a coloro che volevano eseguire i

lavori, ha sempre funzionato bene e invece è stato proposto di

abbassarlo al 30% dal 2026. Una scelta scellerata visto che si

trattava dell’unico strumento che nel periodo di crisi, dal

2008 in avanti, ha tenuto vivo il tessuto.

Con un massimale di 96mila euro se ne recuperavano la metà in

10 anni. Questo bonus ha sempre funzionato negli anni ed ha permesso a tante famiglie anche in provincia di Arezzo, di eseguire migliorie e lavori e all’economia di andare avanti.

Era un bonus reale, perchè andava documentato il lavoro eseguito, oggi non avendo più fondi dopo aver regalato soldi a pioggia senza controlli, si va a dimezzare

l’unico strumento utile».

Uno strumento che serviva anche ad evitare il lavoro nero?

«La bontà dello strumento era anche aver fatto scomparire

l’evasione fiscale perchè nessuno aveva interesse a pagare senza fattura visto che il 50% si recuperava dalle tasse. Il rischio ora è che il privato per piccoli lavori, come per esempio un bagno da 10mila euro, non si faccia fare la fattura per risparmiare».